martedì 25 dicembre 2012

I Don't Know Why I'm So Happy I'm Sad





As if there was most wonderful time of the sunset.
Yes. Sure. I'm old.
You're useless, you said.
And take away my job, and take everything. I do not serve in anything, you said.
It's true, I'm old. But I keep the memories intact.
And I, who am old, I get excited.
And I, who am old, I'm not like you.
I steel feel, looking at the sunset and make project for tomorrow.
I'm not like you.

Come se vi fosse un momento più bello del tramonto.
Sì. Certo. Sono vecchio.
Non servi a niente, avete detto.
E mi avete portato via il lavoro, e mi avete preso tutto. Non servo a niente, avete detto.
E' vero, sono vecchio. Ma conservo intatti i miei ricordi.
Ed io, che sono vecchio, mi emoziono.
Ed io, che sono vecchio, non sono come voi.
Riesco ancora a sentire, e guardando il tramonto faccio progetti per domani.
Non sono come voi.



One Day I'll Fly Away




One Day I'll Fly Away
San Marco, Venice.

It's just a moment, and everything changes.
And you can not do anything about it.
Be always kind before all fly away.

E' solo un attimo, e tutto cambia.
E tu non puoi farci niente.
Sii sempre gentile prima che tutto voli via.



You Are Not Alone


A Sunny Winter's Day


Alone.
I'm tired, and alone.
Motionless, lost in nothingness.
Everything is empty and the same.
You are lulled by the comings and goings of millions of hugs.
Surrounded by magical reflection of bright smiles.
You've never been alone.

Solo.
Sono stanco, e solo.
Immobile, perso nel nulla.
Tutto è vuoto ed uguale.
Sei cullato dal continuo andirivieni di milioni di abbracci.
Circondato dal magico riverbero di splendenti sorrisi.
Non sei mai stato solo.

I'm Different



Along The Nile, Egypt

I know, I'm different from all that surrounds me.
I behave differently from everyone else.
It's impossible for me to hide myself.
I'm different but I don't think I'm the best.
Why does everything that surrounds me think they're bette than me?
I'm simply different.

Lo so, sono diverso da tutto ciò che mi circonda.
Mi comporto diversamente da tutti gli altri.
Mi è impossibile nascondermi, mi si nota.
Sono diverso ma non penso di essere migliore.
Perché tutto ciò che mi circonda pensa di essere migliore di me?
Sono semplicemente diverso.





I'll Be Around


Curvy Venice


It's just when you're convinced of being right that you should strive to look at things in a different way.
Listen to the other.
If necessary down to his level, try to understand his, of reasons.
Listen and look at things from his point of wiew.
Maybe you're right even so, sonny.
But Listen.
Always, sonny.

E' proprio quando sei convinto d'aver ragione che devi sforzarti di guardare le cose in modo differente.
Ascolta l'altro. 
Se necessario abbassati al suo livello, cerca di capire le sue, di ragioni.
Ascoltalo e guarda le cose dal suo punto di vista.
Magari avrai comunque ragione tu, figlio mio.
Ma ascolta.
Sempre, figlio mio



Have I Told You Lately


Positano Li Galli, Italy

Maybe God does not exist.
But I see the soul, and it's you.
Your hands and your smile warms the oceans.
Your eyes, and I would be better.
Do not stop kissing me, my love.

Forse Dio non esiste.
Ma io l'anima la vedo, e sei tu.
Le tue mani e il tuo sorriso riscaldano gli oceani.
Un tuo sguardo, e vorrei essere migliore.
Non smettere di baciarmi, amore mio.



Smile


Somewhere Near Bora Bora


A smile.
Please look back.
For once, look back to those who's got under the little that you have.
I would like to wish you all the best and happiness, but we know that life is another.
So I hope you will smile.
I hope you keep intact all affections.
I wish you to live.
And I want to snatch a smile, even just one.
Merry Christmas!

Un sorriso.
Per favore, guardate indietro.
Per una volta, guardate indietro a chi ha meno del poco che avete voi.
Vorrei augurarvi ogni bene e felicità, ma sappiamo che la vita è altro.
Allora vi auguro di sorridere.
Vi auguro di conservare intatti tutti gli affetti.
Vi auguro di vivere. 
E voglio strapparvi un sorriso, anche solo uno.
Buon Natale!




Mr. Blue





No, I'm not able to explain love. After all these years, still blinded by the fog of pain I can see your face and tremble.
Two dreamers who dream the same perfect dream. I look at the sun that kisses my soul as I breathe the purple clouds with my mouth which is yours.
I keep looking for you.
Love is magic, when you are there even when you're away.
The snow orange is as hot as the white stones on the beach of the sky.
And I feel the sea in my dream of you.
No. I'm not able to talk about the love, but you don't stop to show me.

No, non sono capace di spiegarti l'amore. Dopo tutti questi anni, ancora accecato attraverso la nebbia del dolore vedo il tuo viso e tremo.
Due sognatori che sognano lo stesso perfetto sogno. Guardo il sole che mi bacia l'anima mentre respiro le nuvole viola con la mia bocca ch'è tua.
Continuo a cercarti.
L'amore è magia, di quando ci sei anche quando sei via.
La neve arancione è calda come i sassi bianchi sulla spiaggia del cielo.
E sento il mare nel mio sogno di te.
No. Non sono capace di parlare dell'amore, ma tu non smettere di mostrarmelo.




Feeling Something


Feeling Something

I want to see you happy and suffering.
I want to see you chasing the light.
I want you to not be afraid of the dark.
I want to see you make mistakes.
I want to see you swallow the fog and embrace the sky.
I want you to live, and to live you must love.
Love is passion and is the only reason for living.
Run in the sky, fly in the water, breathes passion, yet again and again.
Burn and be happy, and only then I will be happy for you too, my daughter.

Voglio vederti felice e sofferente.
Voglio vederti rincorrere la luce.
Voglio che tu non abbia paura del buio.
Voglio vederti sbagliare.
Voglio vederti ingoiare la nebbia e abbracciare il cielo.
Voglio che tu viva, e per vivere devi amare.
L'amore è passione ed è l'unica ragione di vita.
Corri nel cielo, vola nell'acqua, respira la passione, ancora ancora e ancora.
Brucia e sii felice, e solo così sarò felice anch'io per te, figlia mia.


giovedì 6 dicembre 2012

Dove Sei?



          Non ho ancora capito se è il telefono che suona sempre quando non dovrebbe o se sono io che faccio sempre qualcosa che non dovrei fare quando suona il telefono.

         Di sicuro il telefono suona sempre, sempre. Va be' diciamo pure che io spesso faccio qualcosa che non dovrei fare, ecco.

          Fatto sta che il display del cellulare è illuminato ed in preda a scosse sussultorie mi comunica che Dove Sei? mi sta chiamando, tanto per cambiare.

          Ho memorizzato così il suo nome, Dove Sei? che tanto mica mi dice ciao, o pronto, no. Dove Sei?

          Siccome è la settima scossa ravvicinata, arrivano telefonate a tipo sciame sismico, mi tolgo dalla bocca 'sto coso e rispondo:

"Dimmi".
"Dove sei?".
"Dimmi".
"Che è, non lo sentivi? Dove sei, eh?".
"Dimmi".
"Dove sei?" Stavolta urlato bello forte assai.
"Non è aria, di' che c'è?".
"Ti rendi conto che sono le nove, dove cazzo sei. Che cazzo fai?".
"Sto venendo, non è aria" E riattacco, tanto da mo' che i sensi di colpa non mi fanno più nessun effetto.

          E con maggior foga e solerzia mi rimetto in bocca quell'affare maestoso e durissimo che poco fa avevo abbandonato e faccio rapidamente godere l'ennesimo rattuso di turno del mio ufficio. Lo so, ho detto una bugia a mio marito avrei dovuto dire sta venendo, ma tant'è.

          Insomma, sono una grande zoccola. Ovviamente bugiarda. Che poi, le bugie quelle ce le dico solo a mio marito, che è l'unico a non sapere di tutte 'ste bugie. Perlomeno, lui è proprio che ci vuole credere alle cose che ci dico.

          Io ci voglio pure bene, e mi dispiace quando quello co' la faccia del merluzzo bollito mi chiede se l'ho mai tradito. Tesoro mio, fissi quattro giorni alla settimana, ma tu sei l'unico che non lo sa. Quindi, tutto sommato mica mi posso considerare una bugiarda, magari una zoccola ma no una bugiarda.

          Riesco a portare avanti una famiglia da più di dieci anni ormai, nel senso che cucino lavo e stiro e faccio la spesa. Mi so' cresciuta praticamente da sola a una figlia che però non è espansiva come me. Tiene ventanni, è grande ed è fidanzata da quando aveva quattordicianni co' Girolamo. Nu babbione, ma tanto a me che ora tengo trentasettanni così giovani non mi piacciono.

          Il mio range è praticamente lo spread della mia età, mi trombo a chiunque chiede di trombarmi tra quelli che tengono un'età compresa tra i venticinque e i sessantacinque anni. No, non ci pensate. Non sono una ninfomane. Mica ho mai fatto schifezze, tipo orge. Cioè una volta sola che la mia collega che è poi pure l'amica mia del cuore ovvero quella che ci forniamo gli alibi a vicenda, una volta è stata invitata a una festa un po' strana e siamo finite dentro a una camera dove stavano tutti nudi. Eravamo tipo in nove ma non è che mi sia piaciuto assai.

         Mio marito tiene un sacco di sospetti, però non mi ha mai seguita e nemmeno mi ha mai picchiata.  Mi urla appresso come a un posseduto, mi dice certe parolacce che manco ve lo voglio di', però la sera sempre a letto assieme ce ne andiamo.

         E poi so' pure abbastanza corretta, co' lui l'amore lo faccio solo quando non l'ho fatto con qualcun altro prima. E' vero, io e mio marito non facciamo spesso all'amore.

         Mia figlia ogni tanto fa domande strane, mi fa capire che ha capito ma la gestisco.

         Il fatto è che io sto sempre fuori di casa e passo sette ore al giorno in ufficio, delle quali sette almeno due e mezza dentro a tutti i bar della zona. Perché se uno mi vuole offrire un caffè io non ci riesco a dirgli di no soprattutto quando me lo chiede guardandomi nella scollatura e siccome tengo forte all'allergia alla lana pure Ray Charles riuscirebbe a vedermi i capezzoli perché uso solo reggiseni a balconcino. E una volta al caffè è impossibile non capire che so' assai facile come tipo dal momento che uso solo gonne al ginocchio e sotto alle gonne mi metto le autoreggenti e si vede che uso le autoreggenti e quindi l'offritore del caffè che già stava arrapato assai quando m'ha chiesto se mi poteva offrire un caffè e poi l'arrapamento è diventato ingombrante e ben visibile quando ci ho detto di sì, ecco è facile intuire come sta messo là sotto quando vede che tengo le autoreggenti che nei cessi o nell' auto risultano assai comode.

          Certo, siamo in una città di provincia e tutti sanno che sono una zoccola grossa grossa. Ma mio marito ancora non è sicuro.

           Non è che sono sempre stata zoccola, no. E' iniziato che reclamavo gli spazi miei. La mia libertà. Ho iniziato a uscire da sola. Un caffè, poi la pizza, ogni tanto 'na cena. Prima solo con le amiche. Poi gli spazi me li so' andata a riempire bene bene. Quindi non ero una zoccola però adesso lo sono e mi piace. Mi piace quando gli uomini mi guardano. Mi piace quando mi fanno capire che mi desiderano. E in quel momento io tengo tutto il potere del mondo sopra a loro.

           Insomma, mi piace piacere e regalare piacere mi piace. Ora che ci penso non ci ho mai detto no a nessuno, che molti manco ce l'hanno il coraggio di chiedere e certo io non ho mai chiesto. E ci mancherebbe.

          Una volta mio marito m'ha beccato mentre il rattusone di turno mi riportava in ufficio. Mi disse che mi aveva visto. Gli risposi ma cosa hai visto. Ho visto che scendevi da una macchina, e si vedevano le autoreggenti. Sì, a mio marito non ci manca il senso dell'umorismo. Io ho risposto che aveva visto che scendevo da una macchina, e allora? Allora mi hai fatto le corna, chi è? Ecco, qua si potrebbe aprire pure un convegno dal titolo Chi E' e non Perché Mi Hai Tradito? Facciamola breve, l'ho guardato negli occhi, gli ho fatto una carezza e gli ho detto che non potrei mai tradirlo perché lo amo. Quello m'ha sorriso che pareva il sole il primo giorno che appare nelle regioni del nord del globo dopo mesi di buio. E fine della faccenda. E non ho mentito, perché io a mio marito è vero che lo amo.

          Ma è troppo bello vedere a tutti 'sti poveri deficienti che si credono dei gran fichi e vengono a fare gli stupidi con me. Per correttezza mica accetto regali, no. Basta un caffè, seguo il preliminare sulla corruzione dentro ai pubblici uffici, niente regalie. E mi diverto assai quando mi nego a quello che è convinto di potermi avere solo perché m'ha avuta l'amichetto suo, che deficienti.

          Però, mi piace che piaccio. Assai.

          Ecco, adesso arriva n'altra scossa di terremoto, meglio rispondere.
"Dimmi".
"Dove sei?".
"Sono praticamente sotto casa".
"T'aspetto sotto al portone".
"Perché?".
"Dobbiamo parlare".
"Sei scemo? Parliamo a casa". Click.
          Ha riattaccato.

          Tengo paura. Non ha mai fatto così. E poi mi ha detto che non dovevo salire a casa, è pure casa mia. Manco mio padre mi diceva quello che dovevo o non dovevo fare, non scherziamo. I miei spazi so' sacri e pure i miei buchi e io riempio i miei spazi e i miei buchi come meglio credo. E se ha scoperto? Ma cosa, poi. Qualcuno gli ha parlato? No, so' cose che non si dicono mai al diretto interessato, secoli di proverbi lo testimoniano. Tutti i suoi amici lo sanno ma siccome tutti i suoi amici mi vorrebbero portare a letto ecco che la speranza di riuscirci, prima  o poi, li frena e niente dicono al loro caro amico. Mi gira la testa, che vorrà mai.

           Eccolo, sempre preciso. Elegante, nel vestire e nel portamento. E' appoggiato con le spalle al portone. Sembra che gli anni per lui non passino. Ha il viso d'un ragazzo. E' dolce la sua espressione, come sempre. In fondo faccio bene a volergli bene, è un uomo buono. E bontà e ironia sono forme d'intelligenza superiore. Mio marito.

"Ma che fai qua sotto, saliamo".
"Me ne vado. Ti lascio. Buona fortuna".
"Ma che di.....".

             Se n'è andato, non mi ha nemmeno dato il tempo di chiedergli perché.

mercoledì 5 dicembre 2012

I Can't Tell You Why



Bora Bora's Dawn

Why.
With all this beauty around us, why.
When did we stopped smile at dawn.
How did we forget to say thank you, please, excuse me.
Respect for diversity, where is.
Why can not we speak, but we scream.
How did we learn not to reach out.
When it finished love.
Why.

Perché.
Con tutta questa bellezza che ci circonda, perché.
Quand'è che abbiamo smesso di sorridere all'alba.
Come abbiamo fatto a dimenticare di dire grazie, prego, scusi.
Il rispetto per le diversità, dov'è.
Perché non riusciamo più a parlare, ma urliamo.
Come abbiamo fatto ad imparare a non tendere la mano.
Quand'è finito l'amore.
Perché.

venerdì 30 novembre 2012

Hurt





Hurt


in loving memory of c.p.

Your hair, golden flowers that light up the sea.
The sea welcomes your dip, perfect. As always.
The last one. The sea is not you returned to me.
And why is it still so bright your last wake.
And why did not all end.
Why there is still golden light.
Sixteen years is too short for a last dip, perfect.

I tuoi capelli, fiori d'oro che illuminano il mare.
Il mare che accoglie il tuo tuffo, perfetto. Come sempre.
L'ultimo. Il mare non ti ha restituito a me.
E perché è ancora così luminosa la tua ultima scia.
E perché non ha tutto fine.
Perché c'è ancora luce d'oro.
Sedici anni sono troppo pochi per un ultimo tuffo, perfetto.

mercoledì 28 novembre 2012

I've Got You Under My Skin


Pacific Ocean

Trees do not grow in the sea, everybody knows that.
Dreaming is baby stuff, everyone knows that.
The visions are for fools, everybody knows that.
You're really stupid if you cry while reading a book.
You touch if you see two old men walking in the park holding hands, you really are silly.
An apple a flower and the moon, that's all.
You go in the rain in the sea, you idiot.
It 's just a sunset.
It's blind, and his dog stinks.
Trees do not grow in the sea.
The dog smells dog and the blind man he described the sea the sky the clouds the sun and the rain, and I can not see it all so wonderfully. The blind man says that nothing is unusual.
Do not underestimate the unusual, because the trees grow in the sea.

Gli alberi non crescono in mezzo al mare, lo sanno tutti.
Sognare è roba per bambini, lo sanno tutti.
Le visioni sono dei folli, lo sanno tutti.
Sei proprio scemo se piangi mentre leggi un libro.
Ti commuovi se vedi due vecchi che passeggiano nel parco tenendosi per mano, davvero sei scemo.
Una mela un fiore e la luna, tutto qui.
Vacci tu sotto la pioggia in riva al mare, idiota.
E' solo un tramonto.
E' cieco, e il suo cane puzza.
Gli alberi non crescono in mezzo al mare.
Il cane profuma di cane e quel cieco mi ha descritto il mare il cielo le nuvole il sole e la pioggia, e io non riesco a vedere tutto questo in maniera così meravigliosa. Il cieco dice che niente è insolito.
Non sottovalutare l'insolito, perché gli alberi crescono in mezzo al mare.


lunedì 26 novembre 2012

What A Wonderful World




*What A Wonderful World*
Maratea, Italy


Cos'è, cosa vedi?
Il sole, riflesso nell'acqua del mare al tramonto.
No, è Dio che si specchia. 
E su tu fossi nato in Afghanistan, cosa vedresti?
Il sole, riflesso nell'acqua del mare al tramonto.
No, è Allah che si specchia.
E se tu fossi nato in India, cosa vedresti?
Il sole, riflesso nell'acqua del mare al tramonto.
No, è Buddha che si specchia.
Il sole che guardiamo è lo stesso per tutti, nessuno di noi ha potuto scegliere dove nascere. Ma il sole è lo stesso, teniamolo a mente.

What, what do you see?
The sun reflected in the sea at sunset.
No, it is God that is reflected.
And of you were born in Afghanistan, what would you see?
The sun reflected in the sea at sunset.
No, it is Allah who is mirrored.
And if you were born in India, what would you see?
The sun reflected in the sea at sunset.
No, it's Buddha, which is mirrored.
The sun looking at is the same for all, none of us could choose where to be born. But the sun is the same, let's keep in mind.

martedì 20 novembre 2012

Manifesti, Manifestazioni, Manifestanti...




          A differenza delle altre volte la capa mia  mi propone qualcosa che tiene una certa attinenza con il momento. Un vero momento di merda, decisamente.

          Sangue che mi scappa dalle mani, non ci riesco a fermarlo. Cristo, e dentro la capa mia The Flaming Lips in concerto dal vivo ci chiedono all'autista dell'ambulanza di fare presto. Cantano Mr. Ambulance Driver. Direi che è abbastanza appropriato come collegamento sinaptico, certo meglio di quello di stamattina che mentre mi trombavo, sì con una certa maestria a giudicare dalle grida e dallo sguardo perso di Micaela, la moglie del carabiniere, quella del primo piano che entro a casa sua e mi dice di fare piano e poi si fa sbattere sul piano e mentre me la sbatto, non certo piano, e  il mio cervello mi passa le immagini di Sandra Mondaini che canta Buonasera Stasera la sigla di Noi No e quella che prima mi diceva di fare piano mo' dice sì, noi sì, e dice pure  fai forte, sempre sul pianoforte. E io faccio forte co' quella da sopra al pianoforte. 
           E dopo che abbiamo finito quella dice che sente le vibrazioni e io ci dico che le sento pure io le vibrazioni perché è il mio cellulare che vibra e quella mi dice che vuole vibrare ancora e di più e a me pure m'andrebbe di farla contenta solo che ho risposto al cellulare e mio fratello mi dice di scappare e io dico a quella del primo piano stesa sul suo piano che me ne devo andare e lei mi dice che è arrapata forte e mi stringe forte forte il membro mio e io ci urlo forte assai che devo proprio andare perché mio fratello dice che sta male e mi ha chiesto aiuto.

          I Flaming Lips ancora invitano all'ambulanza, ce la pregano di fare presto e io non capisco un cazzo, troppa gente, fumo, sirene, urla, puzzo di bruciato, fiamme, gente che mi calpesta, uno perde sangue da un orecchio e cammina come fosse un sonnambulo, tengo del pesce marcio sopra a una gamba e la testa di mio fratello sopra all'altra, di gamba. La gamba col pesce puzza, la gamba con la testa di mio fratello sembra che perde sangue invece il sangue cola lungo la fronte di mio fratello che ora tiene gli occhi bianchi e sbatte le labbra, quelle labbra carnose e bellissime che davano il via a certi sorrisi strepitosi, quando mi rincorreva nel giardino senza mai riuscire a prendermi, accompagnato dall'ondeggiare dei suoi riccioloni neri. Lui la spuntava sempre, con papà. A me non mi hanno mai fatto portare i capelli lunghi, me li facevano sempre tagliare. Invece Stefano si ribellava, e non se li faceva tagliare i riccioloni suoi.
          Stefano diceva che tra noi non ci sono dieci anni di differenza, ma secoli. Stefano era bellissimo, mentre io no. Io ero sempre gentile ed educato co' tutti, soprattutto a scuola, con i professori. Mi prendevo i miei sei, e con una certa sollecitudine mi sono pure laureato. Stefano teneva sempre sul cazzo a tutti, lui mi diceva invece che non teneva sopra il cazzo a nessuno ma manco voleva che nessuno ci mancasse di rispetto. 
          Io mi facevo i cazzi miei, e Stefano invece si faceva sempre i cazzi degli altri. Stefano era bellissimo ma diceva che voleva scopare per il suo cervello e non per la sua bellezza. Ecco, sopra a questo punto io proprio non lo capivo poiché a me di scopare m'è sempre piaciuto assai e ho sempre dovuto fare una certa fatica per farlo perché con me non è che le femmine volessero farlo come volevano co' Stefano, che quelle tutte volevano farselo.

          Io co' Papà non ci discutevo proprio. Laurea e poi dentro la fabbrica. Prima in mezzo agli operai, poi negli uffici e poi nell'ufficio. E papà m'ha dovuto dire una sola volta che dentro alla fabbrica sua non esistevano femmine che invece c'erano e qualcuna pure davvero bona ma io a papà non ci riesco a disobbedirgli. E mica l'ho mai fatto.

          Stefano teneva un suo manifesto, lo intitolava politico estetico, per me i manifesti so' quelli della pubblicità.

          Il caos è sovrano e regna sopra a tutto l'universo che mi circonda col suo puzzo. Io chiamo a Stefano ma quello ci tremano le labbra ma non mi risponde e le mie mani fanno proprio cacare come diga che il sangue se ne scende come a tipo il fango del Vajont.

           Mo' è arrivato pure papà e tiene la faccia posseduta.

           Papà ci diceva che i giovani so' belli ma non servono a una minchia. Tengono gli ideali e so' puliti, ma nessun ideale ha mai portato il pane sopra a nessuna tavola. E Stefano se lo fissava negli occhi e lo sfidava. E ci diceva che il suo manifesto ci imponeva di manifestare e papà diceva che il suo manifesto non era così intelligente da far manifestare ai manifestanti come si deve. 

           Adesso papà si guarda intorno, io piango ma non mi spiego perché mentre il concerto prosegue e ci sta un sacco di gente al concerto, forse perché è gratis. Chissà che sta facendo quella sopra al pianoforte.

           Papà tiene un braccio dietro alla schiena e la rabbia sopra alla faccia.

          La stessa rabbia che teneva quando si piazzò di fronte a Stefano dentro alla fabbrica dove mio fratello si cercava di mobilitare agli operai di papà a scioperare contro a papà e papà che guardava a Stefano e ci chiedeva se lo voleva picchiare e io che ci volevo dire a Stefano che papà a lui non lo aveva mai toccato manco quando il preside lo voleva espellere dalla scuola perché si faceva gli spinelli in classe e papà non lo picchiò nemmeno quando quello se lo offese davanti al preside che si prese pure lo sfizio di dirci a mio padre che non era un bravo educatore e Stefano mo' se lo sfidava davanti agli operai suoi e sapeva che papà non ne aveva mai licenziato nemmeno a uno, e papà fece dietro front al cospetto degli operai suoi.

          Papà si strattona a una sacco di gente, papà si piglia 'na manganellata in testa da un carabiniere e io spero che papà non se ne crolla di faccia a terra perché sopra all'altra gamba io tengo la spazzatura e non c'è posto per papà che invece se ne sta in piedi davanti al manganellatore.

           E la sera della protesta in fabbrica Stefano non se ne voleva venire a tavola a mangiare e allora papà se l'è andato a prelevare da dentro alla camera nostra e Stefano era seduto mo' a tavola di fronte a me ma io non me lo guardavo, guardavo invece al brodo che cercavo di mangiarmelo senza fare rumore perché mi ricordavo di quella volta che feci rumore e 'na pala di quelle che usano i militari quando ci sta l'emergenza della neve da spalare da sopra ai marciapiedi mi arrivò dietro alla nuca sotto forma di mano di papà che disse che non dovevo mangiare come a un troglodita e Stefano mi dice che ne penso e io alzo le spalle e papà dice che è stanco. 
          Stefano dice a papà che pure lui è stanco di questo mondo.
          Papà dice a Stefano che il mondo è meglio di quello che crede lui.
         Stefano piange e dice che non è vero.
          Papà piange pure lui, e dice che se i giovani si mettono d'accordo il mondo davvero possono cambiarlo. Ma non andando a fare le manifestazioni coi fazzoletti sopra alla faccia e i caschi e con le mazze in mano e con le pietre.
        Stefano dice che si devono difendere.
         Papà dice che la miglior difesa è l'attacco quando si gioca a pallone non quando si va a manifestare contro a della gente che per lavoro non ti deve far fare cazzate quando manifesti.
          Stefano dice a papà che tiene torto.
          Papà dice a Stefano che prima o poi qualcuno metterà in mano a qualcuno con una mazza una pistola e allora andranno tutti a fare in culo.
          Stefano mi chiede che ne penso, io alzo di nuovo le spalle.
          Papà dice a Stefano che gli vuole bene, molto.
          Stefano dice che se fosse vero l'appoggerebbe. Allora io mi alzo e ci rovescio sopra ai riccioloni neri il brodo caldo. Stefano mi guarda che pare a Noè mentre s'ascolta le previsioni meteo. Papà mi mena una sberla. Papà s'alza da tavola e prega Stefano di non andare alla manifestazione di domani.

           Domani è adesso co' Stefano che ora non perde più sangue e forse allora gli operai delle mani mie hanno aggiustato la diga.

           Papà discute con uno con un manganello in mano e si avvicinano verso di noi, e tutti scappano, e vedo il fuoco, il concerto è finito ma l'ambulanza non arriva. Sento papà che chiede al manganellatore se è stato lui a colpire a Stefano quello ci risponde di sì, papà ci chiede perché, il manganellatore ci dice che Stefano teneva una pietra in mano e ce la agitava davanti alla faccia, papà ci chiede di fargli vedere alla pietra, quello ci chiede se per caso tiene voglia di pigliarsela pure lui una manganellata da sopra alla testa, papà ci chiede ancora di farci vedere la pietra, quello ci risponde di farsi ai cazzi suoi, papà dice che quello morto a terra sopra a una gamba dell'altro figlio suo è assolutamente frutto dei cazzi suoi, quello non apprezza la battuta, papà ci mette dentro all'occhio una pistola, io non so che cazzo fare, il manganellatore mo' è più bianco di Stefano, papà spara e quello sbatte all'indietro in un momento, cade a peso morto, e vorrei vedere.

           Io non vedo l'ora di svegliarmi per dirci a Stefano che ho fatto un brutto sogno e che non voglio che va alla manifestazione. Ma la sveglia stamattina sembra che non tiene voglia di suonare.


lunedì 12 novembre 2012

Zio Billy, Il Miracolo E I Potenti


     
          Sono impalato davanti a zio Billy e tengo la precisa espressione d'intelligenza d'un merluzzo appena pescato, sto pure co' tanto di bocca aperta perché non riesco a trovare una spiegazione logica per il tempo che zio Billy sta impiegando a scegliere tra due abiti praticamente identici, mi dovete credere so' uguali, davvero.

"Sderenato d'un decerebrato e stracafone inadeguato con lo stesso sangue mio, cancella dal tuo volto st'espressione scrotale. Ormai hai cinquantanni e purtroppo ho fallito, non sono riuscito a trasmetterti il gene dell'eleganza, peggio per te. Il glen check, volgarmente definito dai più principe di galles, non è solo grigio. Hai davanti a te due abiti di pregevole fattura entrambi con fondo castagna finestrati di bordeaux e azzurro ma..." 
          E qui lo zietto di settantasettanni si produce in una delle sue proverbiali pause gassmaniane, due dita della mano sinistra poggiate sulla tempia sinistra, mento in alto, testa all'indietro, braccio destro proteso in avanti e palmo della mano destra aperta, un leggero sbuffo, mi guarda con disgusto e rabbia gli suscito lo stesso moto empatico che produce un cazzo di rappresentante di medicinali che entra prima di te dal medico mentre tu sei lì che aspetti da tre quarti d'ora e quello, vestito come un becchino e con la faccia che solo loro tengono, ti precede e ti guarda pronto pure a sfotterti, vafangul a loro, dunque lo zio  prosegue:
"...uno ha doppio rigo verde e l'altro senape, e sono indeciso su quale indossare, coglione!".

          Posa i due abiti, che credetemi so' identici altro che senape e verde, e si dirige alla libreria da dove sceglie un Lp e come posseduto dall'estasi posa sul piatto il vinile e con la pazienza di uno di quei malati di mente che si costruiscono un modellino navale, sì sì, di quelli a uscite settimanali, tipo centotrentaquattro fascicoli, che mi chiedo ma 'ste raccolte davvero c'è qualche umano che ogni settimana, per centotrentaquattro settimane, se ne va all'edicola e si compra il suo fascicolo, e distratto da 'sti pensieri adesso vengo colpito dalle note del disco che zio Billy s'è scelto February Sun di Manu Katché da Neighbourhood, una vera delizia seguita poi da No Rush caratterizzata da altrettanto lirismo ma l'idillio, ovviamente, non poteva durare. 
           Infatti, un messaggio sul cellulare mi invita a collegarmi con urgenza, anche se ovviamente con terminologia alquanto differente, con Cungo, lo smelonato farmacista.

"Mago Minkionis, teniamo bisogno della vostra illuminata consulenza...presto!". Così esordisce il faccione di Cungo quando mi collego tramite computer con la sua farmacia, e poi in un bisbiglio aggiunge 
"Sì preciso come a  nu coglione! E' dieci minuti che aspetto, qua teniamo 'na roba di fantascienza".

          Che bello, sono inondato di stima, fiumi di stima, in due, in due minuti, m'hanno dato del coglione.

 Vengo sopraffatto dal terrore e no dalla curiosità perché se Cungo, noto malato di mente, parla di roba da fantascienza la faccenda è seria, ancora è troppo vivo il ricordo di quello che è stato capace di fare sopra alla barca di Lipparella (vedi post del 27 Agosto Zio Billy Il Panfilo Aluvostro E La Festa Di Ferragosto, e 2 Luglio Cungo E Il Mago Minkionis e 23 Luglio Cungo In Pizzeria) .

"Preco, preco, ditomi a tutto".
"Grande maco, vi faccio spiegare alla problematica dalla diretta interessata, avvicinatevi al bancone signora, venite venite e parlate dentro al computer".
"Ma che mi fate apparlare co' nu compiutro?".
"Sì signora il compiutro vi collega con il mago, venite, avvicinatevi, non vi preoccupate".

            Adesso lo schermo è occupato da una donna con quattro menti, su ognuno dei quali trionfa un grosso neo ciascuno con tre lunghi peli ramati ricurvi alla fine, insomma 'sti menti so' come all'oceano   i nei so' le maldive e quegli schifi di peli paiono gli alberelli,  la signora, 'na damigiana, s'apre in un sorriso e fa mostra d'una dentatura caratterizzata da lunghi intervalli neri.

"Ascoltatelo Maco Minchione...".
"Signo' minchione 'sto ciuccio, Minkionis...no Minchione, eh!".
Zio Billy incuriosito s'avvicina, la paura sale.
"Scusatemelo, maco Minkias".
Sullo sfondo s'intravede a Cungo che balla come a Psy il gangnam style.
"Signo' e qua minkias e minkias...Minkionis, la minkias beh...andiamo avanti".
"Vabbuo'... MACO... cussì ce lo tranquilliamo, allora come che ve lo addispiecavo allo supremo professo' farmaceutico noi atteniamo una famiglia ricolma di problematicità assistenziali di salute malata che tipo ci sta cognatemo che è affettato di alisi...". Cungo, tamponandosi le lacrime con un fazzoletto di carta, ritiene d'intervenire.
"Maco, ve lo siete visto ascoltantovetelo come si appadroneggia di forbitissimo linguaggio espressionistico, alla signora, ah?"
"Signo' ho capito bene, vostro cognato è malato di alisi?"
"Sì, sì, ma io vi sono arrivoltami addentro di voi che tenco io uno problema malativo ma che ora ha guarigione per di cui mi abbisogna la carta medica della diagnosticanza intorno alla malattia che in pratica io teneva una lernia e mo' apperò la lernia s'ha miracolata e ci devo portare le cartelle medicative allo vescovo che poi quello me le deve inviarle a Roma che ce le addevono sottopostare al benedettissimo santissimo Papa nostro che deve dichiararlo il miracolo e me medesima come persona miracolata dalla lernia che prima c'era, quanto a nu melone, e mo' non ci sta più, la lernia".

          Ho voglia di bere, zio Billy, che nel frattempo ha optato per l'abito senape, dice che il momento richiederebbe i Defunkt e no Manu Katché, dallo schermo del pc vedo Cungo che sussulta e rossissimo in volto fa fatica a trattenere le lacrime.

"In pratica..." Interviene quel malato mentale "...Voi, Maco, dovete intercedere presso l'Ospedale per avere la cartella clinica della signora. Ora la mia idea sarebbe che Vostro zio potrebbe accompagnare la gentile damigiana pizzodotata..."
"Prufessoro farmaceutico come siete galantico"
"...da quel comune amico per la documentazione necessaria a certificare l'avvenuto miracolo".
"Signora sarà per me un piacere e un onore accompagnarla a ritirare la cartella clinica, e chi se lo perde questo evento di portata mondiale! Solo un'informazione, l'appuntamento col vescovo l'avete già preso?". Il principe di Galles castagna finestrato bordeaux e azzurro con righino senape si produce pure in un inchino.
"Certamente che lo sono appuntata con il vescovo, timano appomeriggio quello eccelenza si aspetta a me persona. Se per lo avvero che ce lo  accompagnate a me persona vedovata vi aggrazzio tandissimo signore eterno".
"Eh no signo' domani è giorno di riposo per la farmacia e vi accompagno anch'io, ci mancherebbe!".

          Il collegamento s'interrompe, sul viso di zio Billy compare una smorfia diabolica mentre mi dice
"Interessante signora codesta damigiana, quanto poi alla alisi, malato di alisi, è una meraviglia".

          Credo che domani verranno le televisioni. Non ci voglio chiedere a zio Billy se tiene intenzione di accompagnare la signora anche dal vescovo, oltre che all'ufficio cartelle cliniche.

          Zio Billy, per l'occasione, si veste con un completo di velluto viola, liscio, camicia bianca con cravatta in cashmere celeste e due enormi gemelli in corallo.
        Scusate le continue digressioni, ma questa va raccontata con una certa enfasi, tipo che ci vorrebbe il grassetto, nu bello evidenziatore. Dunque, volevo descrivervi i gemelli che oggi s'è messo zio Billy. Sono ovviamente fuori misura, in pratica non si può non notarli. So' grandi e immagino pure costosi, so' pesanti, tipo di corallo massiccio, pieno, il corallo d'una volta. Oltre che grandi e costosi e pesanti, ecco, la particolarità di 'sti gemelli è la forma.
      So' a forma di cazzo. Questo s'è messo due enormi gemelli rosso vivo, in corallo, a forma di cazzo!

 Purtroppo ci viene a prendere il fidato Isuccio col padrone suo, il miliardario balbuziente in carrozzella  Procopio Alvaro Lipparella, sono venuti con un immenso monovolume nero con i vetri oscurati tipo film americano e io tengo un bruttissimo presentimento.

          Arrivati in ospedale ci accorgiamo che c'è qualcosa che non va. Troppa confusione, troppe macchine, troppa gente. Insomma, troppo.

"Non può sostare qui", il maldestro e quanto mai inopportuno tentativo d'una bella femmina vestita da vigile urbano che vorrebbe impedirci di sostare davanti all'ingresso principale dell'ospedale.
"Se non fosse per l'enorme disgrazia con la quale quotidianamente siamo costretti a fare i conti in virtù del dramma che ha colpito il mio sfortunatissimo amico, sarei davvero tentato d'obbedirle meraviglia d'una fanciulla, ma senz'altro posso pregarla di concedermi il piacere d'offrirle un caffè o qualunque altra cosa di cui lei avvertisse la necessità, anche ore d'amore, mia cara".  E mentre questo dice, il vegliardo acchiappa repentino la mano della bella vigilessa, le sfila il guanto e se l'accompagna dolcemente alle labbra mentre con l'altra mano, uggesù uggesù, s'appoggia sul sedere del pubblico ufficiale.

           E' pazzo. Zio Billy è pazzo. E ci arrestano.

"Mi dispiace ma sono in servizio, però smonto alle 14 e sarà per me un piacere prendere un aperitivo con lei, signore". Le molestie sessuali sono un'invenzione. Zio Billy ancora palpeggia e la vigilessa non batte ciglio, mentre un tuttofare muto, Isuccio, un handicappato miliardario , Procopio, un farmacista malato di mente, Cungo, un'aspirante miracolata, la pizzodotata damigiana, aspettano come in una reclame d'un film di mafiosi, tutti a braccia conserte, all'ingresso dell'ospedale.

          Zio Billy bacia i capelli della regolatrice del traffico e ci raggiunge col passo fricchettone d'Obama. Tiene settantasettanni 'sto ciuccio di playboy.

"E complimenti per i suoi meravigliosi gemelli, gentile ammiraglio Billy". Avete capito che ci urla appresso a zio Billy la vigiloccola, la vigilessa nu poco zoccola.

          Entriamo e siamo come tuffati in un mare di gente, un mare proprio grosso di gente, un oceano di gente. E l'oceano è pure agitato, assai. Solo che credo non si sentano le puzze di brodo e di cipolla e di aglio e di sebo unto e le grida tipo di un suk quando che stai in mezzo all'oceano agitato, credo.

          Ma Isuccio è preciso Mosè. 'Sto muto divide le acque e ci crea un passaggio e così siamo al cospetto dell'ufficio amministrazione, zio Billy s'odora il polso.
"Blenheim Bouquet è certo meglio della flora che ci circonda, figliolo". E quello s'odora il polso e io ci guardo il polso, dove trionfa n'enorme cazzo di corallo, mannaggia mannaggia.

           A quanto pare oggi c'è l'inaugurazione di un nuovo padiglione e ci sono tutte le facce da lei non sa chi sono io del pianeta, il milanista display dice in rosso su fondo nero che è il turno del numero 64, siamo fortunati poiché noi abbiamo il 67 e mentre mi concentro sulla scollatura certamente fuori luogo della signora addetta allo sportello ecco giungere alle mie orecchie, ma anche a quelle di tutti gli altri con l'eccezione di Isuccio, una di quella frasi che credevo cadute in disgrazia, e invece:
"Lei non sa chi sono io".
"Credo invece di saperlo, lei è uno che alza troppo la voce".
"Lei non sa chi sono io".
"Le ripeto, lei è un maleducato che alza troppo la voce".
"No, lei non sa chi sono io".
"Deve prendere il numero dall'elimina code".
"No, lei non sa chi sono io, e lei non ha il cartellino, dov'è il suo cartellino".
"Deve prendere il numero, dov'è il numero?".

           Io spero proprio che questa il cartellino non se lo mette altrimenti copre le tette, almeno una.

"Lei non ha il cartellino, le faccio passare i guai, puttana!".

          Ooops, la faccenda si fa interessante al punto che Isuccio si avvicina al desk, mentre Procopio dondola la capa guardando a zio Billy che si liscia la cravatta. La damigiana è muta.

"Lei non ha preso il numero, coglione!". Aleeeè!
"L'ho preso, m'è caduto. Lei non ha il cartellino".
"Ce l'ho, m'è caduto".
"Adesso le faccio vedere io, puttana" e sbatte forte forte le mani a palme aperte sopra il vetro divisorio che fortunatamente per tette belle non cede. E Mr. lei non sa chi sono io se ne va furente commettendo l'errore di urtare assai maldestramente la carrozzella del megamiliardario amico nostro. Isuccio pare a Tarzan, tipo Tarzan, che centocinquantaquattrocentimetri so' pochi per essere Tarzan, e fa per lanciarsi sopra a quel galantuomo ma inspiegabilmente Procopio lo blocca con un semplice gesto del capo.
"Bravo Proco', mo' mi sa che ci divertiamo. Gentile damigiana prego, venga che chiediamo la sua cartella".

          Subito m'offro di aiutare la damigiana, zio Billy scuote la capa e mi lascia fare e io ingenuamente, faccio.
"Buongiorno gentile signora avremmo bisogno della cartella clinica..."
"Senta non è aria, primo mi guardi negli occhi, secondo sono sicuro che lei non è il figlio della signora, per cui aria, bello, aria. Rispettare la privacy". E tette belle mi fa allontanare e quasi quasi ci voglio dire che tanto ce l'ho visto il capezzolo, quello dove non ha messo il cartellino che ora come per magia è apparso preciso sopra alla zizza sinistra. Questa tiene due tette da urlo, pure quella col cartellino. Mi allontano, e si fanno sotto Procopio e zio Billy che prendono a parlottare con tette belle.

          E che ve lo dico a fare tanto, ovviamente, lo avete capito preciso pure voi che la signora tette belle col cartellino che mo' non c'è e mo' c'è mo' s'ammira i gemelli di zio Billy quindi il clamoroso prende forma per mezzo delle parole dell'aspirante miracolata, la damigiana ex portatrice di lernia:
"Maddonna bellissima e Padreterno che da quanto tembo che non me l'avvedevo certe forme zozze zozze ma calantuomo Billy so' precisi precisi a come che me li ricordavo che so' passati tanta anni da che è l'ultima volta che mi so' vista nu bello cazzo".
"Effettivamente, dei gemelli decisamente singolari" Tette belle fa eco all'ex portatrice di lernia.
"Ecco qua ' bellezza, cheste so' e cartelle ca m'avevi chieeest, hai visto comm'è che so' stato veloce...uuuuuh e Gesù ma ndove li avete presi 'ste meraviglie 'e gemelli?".
Ecco, ci mancava solo nu fru fru e il narcisismo di zio Billy prende il sopravvento e quello flirteggia e s'atteggia pure co' fru fru.

          Non tengo parole.
       
"E' quella là, è quella. Quella grandissima scostumata". Un plotone di coglioni s'appressa a noi guidato da una trionfante nazista testa di cazzo di mister lei non sa chi sono io.
          Dal momento che c'era l'inaugurazione ecco che appresso a mister lei non sa chi sono io ci sta il presidente della regione, 'na serie d'assessori, il direttore dell'ospedale, il sindaco, il questore, il prefetto, il vescovo e il solito sterminato codazzo di leccaani. N'immagine d'una tristezza infinita. Perfino Cungo, che poco prima m'aveva detto che i gemelli di zio Billy erano a grandezza naturale, almeno per quanto riguardava lui, mo' s'è intristito alla vista del plotoncoglioni.

"Signora, è vero che lei stava allo sportello senza il cartellino?" L'enorme panzuto direttore dell'ospedale.
"Signora, è vero che lei ha riempito d'ingiurie un utente del servizio pubblico?" L'assessore alla sanità, il libro mastro dei coglioni è in continuo aggiornamento.
"Signora, si rende conto che rischia il licenziamento?" Il presidente della regione, pure lui nella top ten dei serbatoi dell'organo riproduttivo.
"Signora, lei è passibile di querela" Il questore che non s'è riuscito a farsi i cazzi suoi.
"Le ho sempre detto di mettere il cartellino, io, sempre. Ogni giorno le dicevo che si doveva mettere il cartellino!". Ecco, il prode capufficio parte lancia in resta in difesa della sua collaboratrice.

          Purtroppo tette belle adesso sta perdendo il rimmel da dove se l'era messo. E' presa da un pianto dignitoso. Non protesta. Non dice nulla. Guarda il suo capufficio come ci si può guardare le scarpe dopo aver calpestato una merda. Piange. Le lacrime blu scuro le scendono copiose dagli occhi, le sporcano la camicetta aperta, lasciano indelebili tracce sul cartellino ed è sola al mondo, adesso.
"Lacrime di coccodrillo, va bene il pentimento, ma doveva pensarci prima". Finanche il vescovo decide di dimostrare al mondo la sua propria intelligenza.
"E le chiederò i danni!". Lei non sa chi sono io.

          E' sceso il silenzio sull'ospedale ed è arrivata pure la vigiloccola che fa adesso quel che tutti avrebbero dovuto fare. Entra nell'ufficio e tampona il viso di tette belle.

"Ppp per faaaa per fa favore...". Il plotone di coglioni solo adesso nota la presenza di Procopio.

          E hanno tutti cambiato espressione.

"Du du dunque..."
"E lei chi cazzo è!" Mister lei non sa chi sono io non ha il tempo di pentirsi della sua frase perché in un battibaleno, Isuccio il muto quasi nano, gli sferra un calcio su un ginocchio facendolo piombare a terra preciso di faccia sopra ai piedi della damigiana la quale, dimostrando una prontezza insospettabile, ci casca col culo da sopra alla capa e mister lei non sa chi sono io sviene e si perde il meglio.

"La signora è mia nipote! Ca ca caca cazzooni!". L'urlo di Procopio è tipo 'na scossa del quarto grado della scala Richter. Non ci sono vittime, pochi danni agli edifici, ma tutti la sentono e di conseguenza tutti si cacano sotto. Tutti hanno paura del terremoto.

          I plotoncoglioni adesso so' diventati i 4+4 di Nora Orlandi. Come non sapete chi è Nora Orlandi, eddài che lo sapete, è solo che magari non ve la ricordata a Nora e il coro suo.

          Comunque, questi, in coro, stanno a chiedere scusa a Procopio. Addirittura il direttore sta baciando le mani del potente miliardario, il presidente della regione lo bacia sopra alle guance, il questore fa arrestare a quello svenuto, il vescovo benedice a tutti...ma n'altra botta di terremoto! Stavolta la scossa è del sesto grado, ecchéccà, il sesto grado è roba tosta, assai.

"Toooooglietevi da da da davanti aaaa al caca ca cazzo mio! Dovete chiedere scusa alla signora, non a me!".

              Tutti adesso si voltano e c'è tipo 'na gara tra coglioni a chi prima arriva al cospetto di tette belle, che mo' per dispetto s'abbottona la camicetta fino all'ultimo bottone e nella corsa però Cungo allunga 'na gamba e il direttore generale, sgambettato, travolge l'assessore che a sua volta fa cade' il questore il quale s'azzoppa al sindaco che cade sopra al presidente della regione, e siccome so' tutti coglioni non c'è ne uno, tra i caduti, che è riuscito a mettere le mani avanti, e confermando che so' coglioni proprio, sbattono tutti di faccia per terra e se ne svengono.

            Le cariche istituzionali della regione so' tutte svenute. E' nu colpo di stato.

          E' rimasto in piedi solo il vescovo che però è stato placcato dalla damigiana.
"Ecco eccellenza rivederendissima riverosa queste so' le prove. Tenco le astre. Ecco qua. Questa è la astra dove che si avvede la lernia quanto a nu melone e questa è la astra dove che la lernia a melone è sparita. Tenco avuto allo miracolo!".
"La astra?" Il vescovo mantiene una certa lucidità.
"Certo, eccellenza. La astra, le radiografie!". Cungo dirada le nubi.
Il vescovo si guarda Procopio e Procopio dice:
"Vuoi che smsm sm smetta di passarti l'ass ass lasse l'assegno annuale? E dichiara sto' cazzo di miracolo!".
Il vescovo si fa il segno della croce.
"Sono sposata!" Sbaammete, Cungo si piglia 'no schiaffo da tette belle. Procopio viene spinto fuori da Isuccio e io cerco zio Billy ma non lo vedo.

          Usciamo fuori e Isuccio fa gesti in direzione dell'immenso monovolume nero sul quale stanno adesso salendo zio Billy e la vigiloccola. Zio Billy ci fa ciao ciao con la manina.

            Mannaggia mannaggia, dentro le istituzioni stanno ancora svenute.