lunedì 28 maggio 2012

Zio Billy e l'ipod

"Ti passo a prendere io. Fatti trovare giù alle tre e diciasette". E che ve lo dico a fare, questo è Zio Billy. Per cui son qua che aspetto. E...Cristo Santissimo, eccolo. Dice, non imprecare. E dico io a voi, allora, impreco come e più mi piace, perché sono io, e non voi, a dover andare in giro con lui. Eccolo qua, 'sto malato m'è venuto a prendere. Non c'è che dire, puntualità strepitosa, sono infatti le 15:17. Solo che 'sto testa di ciuccio d'un settantasettenne m'e venuto a prendere con il sidecar! Cristo, Cristo e Gesù e pure di più! "Figliolo, mi guardi come colui che non sopporta gli scarafaggi guarderebbe uno scarabeo attraverso il vetro del barattolo dov'è rinchiuso il povero coleottero" Urla oltre il dovuto. Eccerto che urla. Perché tiene pure le cuffie in testa, mica gli auricolari, no. Billy sta co' delle enormi cuffie gialle sulla capoccia e invece di togliersele, lui grida.

 "Buongiorno zio, bell'idea" urlo pur'io.  "Già, tenevo assai voglia di godermi 'sta bella giornata. Un po' di sole da 'ste parti , oggi è come quando nelle regioni del nord del globo torna la luce, salta sù, forza" sempre urlando.  Zio Billy è fuori di melone. "Che caspita Zio, ti vuoi gode' il sole, allora esci a piedi uggesù, non ci salgo su 'sto coso, mi caco sotto, va bene?" Zio Billy toglie le cuffie dalla testa e tutto il rione viene inondato dalle note di Last Train To London. Alza sulla fronte una immensa montatura di occhiali da sole dalle azzurre lenti. Già, l'azzurro. Perché a voi magari sta pure simpatico 'sto folle che oggi è vestito da confettino. Un completo celeste con enormi revers a lancia, l'immancabile gilet doppiopetto, anch'esso con revers, camicia celeste in cotone oxford leggerissimo  con colletto e polsini bianchi, i polsini, ovviamente, tenuti chiusi da un paio di enormi gemelli a forma d'ananas in citrino e tormalina gialli e verdi, una enorme sciarpona di lino, celeste ca va sans dir, e le immancabili scarpe bicolori in cotone cordura e vitello che so' pari pari precise ai guanti senza dita che mo' si sta sfilando. Intanto dall'ipod l'Electric Light Orchestra ha lasciato spazio agli Alessi Brothers che mo' cantano, sempre ad un volume pazzesco, Driftin'. C'è un po' di gente in giro, i tavolini del bar sono affollati. Un vigile, un gruppo di ragazzi. Sembra 'na fotografia del parco all'interno del cervello d'uno malato di mente, assai malato. "Sali coglione!" urlato dal caro zietto di qualche decibel più forte della musica che spara l'ipod, rosa questo tiene n'ipod rosa co' le cuffie gialle, che ora vomita I Go For You. E resto meravigliato dal fatto che l'espressione di generale d'armata che perennemente accompagna Billy quando esprime un desiderio lascia spazio ad un'aria alquanto contrita che certo non s'addice al congiunto mio. E capisco, proprio mentre Andy Gibb lascia il posto a Julio Iglesias che canta Se Mi Lasci Non Vale. Zio Billy infatti balza giù dalla BMW - lo so, voi non ci credete, ma v'assicuro, quello balza giù, che sta più in forma di me, va in palestra tre volte a settimana. E gli altri tre giorni se ne va in piscina - e con la camminata di John Travolta si fa incontro a due distinte signore sulla quarantina alle quali dice, nel mentre prende la mano di ciascuna delle due "Mie adorabili creature, voglio augurarmi con tutto il cuore che nessuna di lor fanciulle abbiano avuto a sopportare l'improperio da me testé proferito a quel disastro di mio nipote il quale, lo riconosco, ha spesso l'abitudine d'indurmi in comportamenti alquanto inurbani. Mille scuse." La risposta di entrambe fu siamesca. Incomprensibili gridolini misti a tutt'un toccarsi e spostarsi ciocche di capelli dalla fronte. Ora l'ipod spara a mille Figli delle Stelle e - a proposito zio Billy che cazzo di musica t'ascolti - mentre Billy si piglia a braccetto entrambe le signore e fa il suo trionfale ingresso nel bar. Minaccioso, il vigile mi s'avvicina. "Zio Billy". "Scusate Signore, non rompere i coglioni Luca!". Una delle due signore è 'na roba da copertina.


martedì 22 maggio 2012

Zio Billy e le femmine. (bollino rosso, chiedo scusa)

Ve lo giuro. Stavolta ero certo che sarebbero arrivate le palate. Me le sentivo già sulle ossa.  E' quasi sempre così quando esco con mio zio. Tiene settantasettanni all'anagrafe. Effettivamente ne dimostra molti di meno, assai di meno. E quando glielo fanno notare, quello contento come nu bambino il giorno di Natale, dice sempre di sentirsene una ventina, di anni. E magari penso io, che ci so' ventenni di gran lunga più seri e coscienziosi di mio zio Billy. Sì pure questo c'è da di', quello si chiama Evasio ma è per tutti Billy.
 Ve la faccio breve, Billy scassa a tutti quanti. Qua ce lo conoscono tutti, a Billy. Tutti lo rispettano, che scassa sì, ma con un certo stile. Uomo d'eleganza d'altri tempi, e ti credo è proprio lui che è d'altri tempi, fa con charme quello che fatto da altri sembrerebbe il classico comportamento del pedofilo.

Oggi eravamo seduti al bar. Tavolino all'aperto. Aperitivo. Il tavolino accanto al nostro ospitava tre squinziette la cui età complessiva era certamente inferiore a quella di zio mio. Le tre ragazze erano alla moda vestite, quindi poco i loro abiti lasciavano all'immaginazione ed infatti di questo aveva iniziato a blaterare Billy. Lamentava come ai bei tempi suoi le attrici famose se n'andavano in giro con un foulard nei capelli coprendo il viso con degli enormi occhiali da sole non com'è mo' che se non so' nude manco le noti. E io già tremavo all'idea che zio Billy con questa scusa potesse prendere  a infastidire le giovanette.
Magari l'avesse fatto. E sì, perché sentiamo ben distintamente una delle ladies dire testualmente "...e che ti credi, per chi m'hai preso, per una troia, e che so' un troione?". Uggesù co' tutti gli Apostoli suoi ed anche la Santissima mamma sua. Billy s'aggiusta i polsini e si carezza la perla nera che porta come gemello, si alza prendendo il suo bicchiere e dice "scusate signorine, posso?" e senza ovviamente lasciar loro il tempo di rispondere ecco s'accomoda nell'unica sedia disponibile al loro tavolino. Dico le preghiere, ma non me le ricordo bene.
Billy, invece, si liscia all'indietro i suoi ancora folti capelli grigi, stira la cravatta di cashmere celeste e, poggiando entrambi i gomiti sul tavolo, inizia una memorabile lezione di filosofia sulla catalogazione delle femmine. "Mia dolce bambina, sono spiacente ma mi vedo costretto ad assumere la difesa della categoria delle troione. Ciò nondimeno, ovviamente, rispetto il tuo sacrosanto diritto, mi perdonerai vero se uso la confidenziale forma del tu per rivolgermi a te, il tuo diritto dicevo a non rientrare in codesta fattispecie femminile". Pausa. Le tre ochette erano tra l'incredulo ed il divertito ed aspettavo l'esplosione di una variegata serie d'epiteti all'indirizzo del mio congiunto. Nulla. Ed infatti, ecco Billy rivolgere il suo sguardo a turno sulle signorine e proseguire.
 "Sì, mie care. Mi piacerebbe con i fatti meglio chiarire la questione ma magari di questo parleremo poi..." cominciai a guardarmi attorno alquanto nervosamente valutando la possibilità di fuggire che mi cacavo sotto al pensiero che qualche parente delle sventurate potesse materializzarsi da un momento all'altro, e zio che insiste "focalizziamo invece l'attenzione sul concetto di troiona.
 La troiona andrebbe cercata come una preziosissima pepita d'oro, vezzeggiata, coccolata e nondimeno venerata al pari del porco. Infatti voglio mettervi in guardia visto che siete così giovani e carine. I più usano il termine porco come fosse un'offesa. Giammai.
Evitate mie care di commettere lo stesso banale provinciale errore.
No, porco è bello. Porco è buono. Porco piace. E' un fatto e come tale non è in discussione. Se, sbagliando, dite porco per intender rattuso, e allora sono pronto alle crociate che rattuso è sinonimo di viscido, di scostumato, di vigliacco.
Il porco è libero,  il porco è mosso dall'emozione di starvi vicino. Il porco, spesso con eleganza, vi chiede di poter dimostrare che porco è bello. Il porco se ne fotte del potere, ché preferisce di gran lunga il potere del fottere.
Il rattuso, sbavante ed insicuro si fa scudo della propria posizione ed usa il potere per tentare di fottere. Inoltre, il rattuso è sempre sposato. Ah, il porco. Al pari del porco v'è l'amata troia. Musa ispiratrice dell'esplosione incontrollata di smodate passioni e giocose porcherie alquanto soddisfacenti. Poiché altra caratterizzazione del porco è l'attenzione alla completa soddisfazione della partner. E l'unica ragion d'esser del porco è proprio la da voi tanto bistrattata troia. No.
Biasimate invece la zoccola ch'è specie assai diversa dalla troia. La zoccola che a sua volta, ovviamente, si distingue dalla puttana. La quale, semplicemente, pratica un mestiere ed in quanto lavoratrice merita il nostro rispetto. La puttana, a differenza della zoccola, va frequentata anche se non professionalmente. La zoccola merita invece l'emarginazione al pari del rattuso, del quale è notoriamente molto più pericolosa. Infatti, a differenza del rattuso, la zoccola è intelligente. Anche se il più delle volte la grande topona ha a che fare con un maschio inesperto ed ingenuo, perlopiù abituato a far partire i propri ragionamenti dall'inguine, e di solito i ragionamenti del cazzo sono alquanto fallaci. La zoccola è traditrice.
La troia è invece figlia della subcultura umana che vorrebbe la femmina inferiore al maschio ed è per questo che l'uomo che sfarfalla è playboy inteso come seduttore, ovvero un complimento piuttosto che un'offesa come dovrebb'essere. Vi prego offendetemi pure. La troia è la declinazione al femminile di quell' ormai desueto ahimé termine anglosassone. Tutti noi maschietti bramiamo d'incontrare una troia. Poi però della troia noi c'innamoriamo e, scattato il senso del possesso, vorremmo che l'amata smettesse le vesti che tanto abbiam desiderato. E cominciano i cazzi, o meglio finiscono. In sostanza, signorine, scusate il mio lungo disquisire e osanna alla troia e viva il porco!".
 E questo detto zio Billy in piedi scattò e col calice in mano propose un brindisi alle signorine. Pur'io in piedi scattai ma per scappare a gambe levate dal bar temendo la reazione delle giovincelle che invece ora stavano avvinghiate allo zio Billy in un tripudio d'abbracci e gridolini "viva le troie viva le troie". Ma mannaggia a zio Billy.




venerdì 18 maggio 2012

Perché e come mai


Papà, mi hai detto di leggere i quotidiani. Due al giorno, uno nazionale e uno locale. E m'hai detto che mi potevo scegliere i giornali che volevo io, solo che quello locale doveva essere il Quotidiano della Basilicata e quello nazionale non doveva essere La Repubblica. E io i giornali me li so' letti. Certo potrebbero studiarsi un modo per far sì che uno mentre legge non se le sporca, le mani.
E mo' tengo un sacco di domande da farti, caro papà.

martedì 15 maggio 2012

Grillini grilletti

Un vecchio, non eletto dai più, così, tanto per usare un eufemismo, si chiama un Ratatouille che con la matita rossa e blu deve mettere in ordine i conti nostri, che poi sono i loro, su indicazioni degli amici del dopo lavoro del circolo a dieci zeri. E tutti parlano, esprimendosi in un italiano improvvisato, di futuro, di giovani, di prospettive. Mentre, nel presente, grilletti tornano ad essere premuti e grillini paragonano la mafia alle cartelle esattoriali. Non è il delirio del protagonista di un racconto di fantascienza. E' una breve raccolta, delirante certamente, di cose degli ultimi giorni. Un Capo dello Stato che sbeffeggia irresponsabilmente una coalizione regolarmente votata da molti suoi concittadini è quanto di più offensivo si possa immaginare in uno stato civile. E Grillo a me non solo mi sta a rimbalzare sui serbatoi del mio organo riproduttivo ma non mi faceva manco ridere, mo' mi fa pena. Ma merita rispetto non tanto lui, quanto piuttosto chi da lui si fa abbindolare. Un capo di governo mascotte del circolo dei dieci zeri che già pensa a come presentarsi alle prossime elezioni mentre lo spread, del quale subiamo la feroce dittatura, sempre appollaiato là sopra sta a far felici tutti i compagnucci di Ratatouille. 
'Sti qua, invece di dire che temono, e assai, i vaneggiamenti di un comico, fanno finta di niente e l'unico rimedio che ti partoriscono è quello di cambiare i nomi dei partiti, litigando per stabilire di chi è la colpa dei suicidi.
Mi sfugge qualcosa, evidentemente.
Potrebbero dare un bel segnale in meno di trenta giorni: aboliscono le provincie, dimezzano il numero dei parlamentari, fanno una legge elettorale degna di questo nome, rivedono il sistema di finanziamento pubblico dei partiti, obbligano le banche a fare le banche e cioè prestare il denaro (che fine hanno fatto tutti i miliardi di euro messi a disposizione dalla BCE?). Insomma invece di farsi i cazzi loro, mettono mano ai cazzi loro, che potrebbe pure essere 'na cosa divertente, e smettono di rompere i cazzi nostri.

Invece no, ridono. Sottovalutano. Gigioneggiano. Sbeffeggiano. Sono terrorizzato dall'idea dei grillini in parlamento. Mi pare, però, che oggi, in Italia, la politica la pratichi solo Beppe Grillo. I politici fanno affari.
Poi magari mi sbaglio e Grillo al governo mette tutto a posto (magari lui direttamente no, che non può).

venerdì 11 maggio 2012

D'Orrico i Teologi ed il dorricismo

A Torino c'è Piazza Castello, a Potenza teniamo Piazza Prefettura coi lavori in corso.  A Torino tengono la Littizzetto noi, a Potenza, teniamo La Ricotta. E sentite a me, stiamo messi meglio, co' La Ricotta.
A Torino la vecchia signora s'è vinta il campionato co' parrucchetto e 'u Putenza è salito in serie D. Potenza tiene il primato del capoluogo di regione dove si leggono meno libri, a Torino è in corso il Salone Internazionale del libro. Cioè, Torino a Potenza non se la caca proprio. Tranne che per i fratelli Centola e Ierace che la Littizzetto non ci può  fare neanche la classica proverbiale, e va beh, ci siamo capiti. Che poi la Littizzetto e chi lo brama un suo servizietto.
Epperò, il Salone del Libro di Torino, ecchecaspita. Dal 10 Maggio, la venticinquesima edizione. Scrittori, editori, vari addetti ai lavori, milleduecento espositori, 26 sale, oltre 150 appuntamenti "fuori salone", ben due  Paesi ospiti d'onore la Romania e la Spagna e che cuccagna per la moltitudine appassionata di lettori che vi confluiscono da ogni dove.
E i critici? Eccerto, pane loro. Se 'sta ceppa. Siccome i seguaci del dorricismo so' pochi ecco la divinità nostra ci fa capire quanto male sia rimasto che nessuno se l'è invitato alla kermesse e scomunica a tutti. Dalle pagine del Corriere della Sera del 9 Maggio decide di togliere il saluto praticamente a tutti quelli che vendono libri a vagoni. E lui, il divino, non si capacita di come "teologi" (definizione del divino) quali Volo, Dandini, Ammaniti, Grandes,Elkann, Carrisi, Cucciari, Mastrocola, Fois, Murgia, Vasta, Riotta, De Luca, Gramellini, Faletti, Zucconi, De Gregorio, ebbene tra tutti 'sti teologi nemmeno uno che pure per sbaglio se lo chiama a discutere della religione sua. E manco a niente è servito l'accorato e disperato, quanto inutile, appello del Camilleri che lacrimante, l'anno addietro,  come un bimbo che non ce l'accontentano, e si sa che i vecchi so' sensibili, implorava attenzioni per il divino nostro che pure s'era fatto pubblicare da Mondadori ma su anobii ci stanno 43 copie e tra gli addetti ai lavori nessuno se n'è accorto del lavoro suo. Volo, Fabio, che è parecchio più simpatico di Fiorello, tra gli anobiani, che so' quelli poi che i libri li comprano li leggono e li amano, è presente tipo con ventimila copie. Quindi il nostro divino, non contento nemmeno della crociata anti Fazio, crociata che ovviamente è stata un disastro che Fazio e Gramellini continuano a ignorarselo il nostro anatemista, mo' ci fa capire ben bene quanto soffra perché nessuno se l'è chiamato a Torino, per cui ci dice che "devo lavorare".
E dove tiene da lavorare il nostro? A Potenza, che noi stiamo preparando la sfilata dei turchi. Però pure a Potenza, e che vi credete, anche ce le organizziamo le presentazioni dei libri, e infatti D'Orrico a Potenza stava mica a Torino. E allora, Potenza è meglio di Torino, almeno per D'Orrico il divino. Che poi in molti, forse troppi, preferiscono il Salone di Torino, e vabbe' so' altri discorsi.

martedì 8 maggio 2012

Stelle

F.I.G.C. ovvero Federazione Italiana Giuoco Calcio. Giuoco, lo svago del calcio. Sì, sì.
L'enciclopedia del calcio è composta da due enormi volumi. Il primo, dedicato ai vincitori. Il secondo, dedicato per lo più alle figure di merda. Il Milan è l'unica squadra ad essere nei primissimi posti di entrambi i tomi. Forse più del secondo volume che Istanbul e Marsiglia so' mica cose di poco conto. E tengo per il Milan.
Tutto ciò premesso, parliamo di un gioco. E in quanto gioco lo facciamo molto seriamente e rispettiamo delle regole. E siccome ci stanno delle regole ecco che mi chiedo come ci piglia in testa a quel rampollo, quello che tiene il monosopracciglio, quello che ancora non s'è riuscito a trova' un parrucchiere come pure alla Botteri, quello che fa' giocare la sua squadra con la maglia rosa e tiene l'allenatore parrucchetto, e va be' qua alla cultura gay siamo tutti debitori, quello che tiene il vizietto di famiglia, oltre che del vizietto prorpio in sé, pure il vizietto che le regole sono tali solo se si piegano al volere del casato, beh, s'è vinto il campionato, bene. Onore ai vincitori. Ma perché la prima cosa che ci viene da dire a 'sto qua è che si deve mettere la terza stella? Quegli scudetti te l'hanno levati, e mettitelo in capa, eddai. Basta con 'sta querelle con i nerazzurri. A proposito, confidiamo tutti nella lungimiranza dello sceicco a scegliersi l'allenatore e speriamo quindi che si confermi a questo qua.
Parrucchetto, tocca dirti bravo. Galliani, smetti di fa' Messner, eddai pure te, eh.

Alpinisti Day

"Il vizio più disperato è quello dell'ignoranza che crede di sapere tutto".
Oggi è San Messner, sentite a me. Si celebra la giornata degli alpinisti. Da quelli che scalano le collinette qui, di fronte a casa nostra, a quelli che vanno sulle montagne serie e alte assai. Evviva gli alpinisti. 
La giornata delle roboanti dichiarazioni post voto. Ché tanto so' amministrative, eh. Hanno tutti avuto ragione, finanche quel segretario regionale, che invece di prendere per le orecchie il copincollista se l'è difeso già sapendo che avrebbe trionfato. E infatti poi s'incazzano tutti con Delio Rossi che ti schiaffeggia 'na nullità di giocatorucolo. Quanto sarebbe bello sentire "Sì, è vero, ci siamo sbagliati, aiutateci a migliorare almeno il puzzo di tutto 'sto letame dal quale siamo circondati". Macché, le testine, forti della certezza dell'intoccabilità che tengono sotto al mento, se ne vanno in giro sfidando la cervicale e s'arrampicano sulle alte vette dell'impunibilità e d'in su quelle cime, per i più impraticabili, t'avviano 'na valanga d'invergognabilità che incontrollata e maleodorante travolge la società civile. E ai cinguetii ed ai postini mo' s'aggiungono pure i saltimbanchi gracchianti con i loro insopportabili cricchiolii. 
E mi dispiace, ma non tengo capa di regalarvi 'na canzone.

giovedì 3 maggio 2012

Del giornalismo

Ve lo confesso, Bolzoni per me era solo un giocatore del Siena. Solo dopo aver letto sul Quotidiano della Basilicata il resoconto delle puttanate che s'era inventato intorno alla città mia e i delitti irrisolti ho saputo che 'sto qua è un giornalista. Apprezzato pure. E scrive su La Repubblica. Ecco, alla fine 'na spiegazione ci sta sempre. A me Repubblica mi fa lo stesso effetto che mi fa rai tre, mi viene forte forte prurito. Assai diverso dal prurito per la Berlinguer.
Non voglio neanche entrare nel merito della cistite intellettuale che gli è scoppiata a 'sto  Bolzoni. E' solo che mi pare logico chiedersi cosa si celi dietro alle tanto acclamate inchieste giornalistiche. Sì perché, come ha ben spiegato l'amico mio Paul, e daje chi è Paul che Paride Leporace è talmente preciso preciso a Paul Weller che è il re dei mod a somigliare al Direttore nostro e no viceversa, e comunque Paul Leporace teneva assai stima di D'Avanzo, e di Leporace, sentite a me, vi potete fidare a occhi chiusi, ed è noto che il trinariciuto in questione s'affiancava a D'Avanzo. Ora, vorrei lumi. E pertanto mi chiedo, ma è così che si portano avanti le inchieste giornalistiche? No, perché se è così a Paul e Leo Amato ci devono consegna' il Pulitzer e poi devono abolire il premio.

mercoledì 2 maggio 2012

La Stolen Stola

Ho incontrato un vecchio amico mio. Vecchio nel senso che è mio amico da tanto tempo, che quello tiene l'età mia e io so' nu criatur. Stava parecchio giù. E ci ho chiesto perché.
Maronna Gesù e tutti gli apostoli, era meglio se mi facevo i fatti miei. Quello, l'amico mio, m'ha raccontato un fatto brutto assai, ma talmente brutto che è triste. Me l'ha raccontato tutto d'un fiato e più raccontava e più s'intristiva e più s'intristiva e più s'incazzava, insomma mo' vi racconto 'sta cosa e ce lo so anch'io che non può essere vero epperò l'amico mio è 'na persona perbene quindi gli credo. 
E mi dice "Lo sbaglio è stato mio. Si perché non dovevo accettare l'invito. E sai perché? Perché mentre il padrone di casa mi proponeva di organizzare questa specie di festa a casa sua, io avevo sentito la di lui moglie che, assieme alla di lei sorella, come a Regan Mcneill e Pazuzu, ciuciuliavano tipo chi cazz t' vuole e ma vafangul stattene a casa tua, testuale hai capito tu alle signore. Sentite con le mie orecchie, e la moglie se n'è accorta che ho sentito. Mo' però tu Luca lo sai come so' fatto io, mi sforzo di capirle, alle persone, e poi a quello ci voglio bene per cui ho comunque accettato e so' andato a 'sta specie di cena festa. Specie perché il padrone di casa, che da sempre sbandiera tanto tanto di essere un gran signore, ha assegnato i compiti a casa tipo tu porta questo e fai quello e mi raccomando fanne tanto e dicci pure a quella che preparasse quest'altro, e via andare". 
Ora, mentre l'amico mio mi raccontava 'ste cose, a me già veniva da ridere assai anche perché alla coppia in questione ce la conosco pur'io e ve li raccomando proprio. 
E l'amico prosegue "Insomma arriviamo là e ci ritroviamo in quindici o sedici e c'era pure gente di fuori e comunque te la faccio breve. A un certo punto una delle invitate inizia a piangere, ma forte, e urla e grida e non capiamo perché. E poi ci viene spiegato. Allarmi, allarmi. E' sparita la stola. E questa piange e la stola che non si trova e indagini e ricerche e il padrone di casa che, gonfio in petto in pieno delirio, dice a casa mia a casa mia, mai sia mai sia. E comunque ce ne andiamo. E il giorno dopo mi chiamo al padrone di casa che mi tiene mezz'ora al telefono a sproloquiare di stole che non hanno le gambe e che quindi per forza dev'essere stato qualcuno dei presenti. Non mi sono accorto, Luca, se c'erano stupefacenti in giro ché solo questa può essere la spiegazione ai deliri di 'sto deficiente e m'intristisco per lui che penso ma che razza d'amico può mai essere uno in grado di concepire che dei suoi ospiti si so' sgraffignati 'na stola. E poi mi chiamo a tutti gli altri invitati e scopro che quello a loro non ci ha detto niente. E poi scopro che quello è convinto che so' stato io, e ce lo va' dicendo in giro, cioè hai capito tu, Luca?".
Mi prendo sotto braccio il mio amico e ci dico che ho capito tutto, così come avete capito tutto pure voi.  E ci spiego che bisogna farsela sempre con chi è meglio di noi, sempre. Così mi diceva Zia Vittoria a me e così mo' ci dico all'amico mio.  E poi entro nei particolari e ci dico che c'è stata una serie imbarazzante di errori a cascata che manco quelle del Niagara. 'Na gara a chi è più cafone, senz'altro vinta, e con notevole distacco, dal padrone di casa.
Costringo l'amico mio a fare una serie di riflessioni. Se sei capace di formulare accuse così pesanti dall'alto della tua signorilità, vuol senz'altro dire che prima di tutto non sei il signore che vai dicendo di essere ma, soprattutto, è evidente che sarebbe capace, lui sì, di un gesto simile. E dico all'amico mio di avere pazienza e aspettare che tempo fa, e per tanto tempo, noi pure ce la siamo frequentati quella casa e ne abbiamo viste, di cose strane assai. Lasciali parlare amico mio, si ritroveranno soli, si ritroveranno pure un sacco di altre cose, e poi vedrai che l'amico tuo da te se ne tornerà dopo che lasciato avrà a quella là, e con 'sta playlist qua ti aiuto a non ci pensa'!
E a voi, ne so' successe di cose tipo questa che ci è capitata all'amico mio?

http://www.youtube.com/playlist?list=PLEFD2E29DBB8D31CB

Fa' caldo

Let's try to blu and white and green and turquoise and sea and sky and clouds...