sabato 22 settembre 2012

Worlds, Sounds, Colors, Shades & Lights

   I don't know much 'bout poetry but that maybe come near, perhaps...


Just a video...probably too long ;)

It's September. Fate i bravi, do it good


There's Some Shot Taken From The Web And Others (Obviously not the best) Are Mine

martedì 11 settembre 2012

Dell'Amore...Vecchio


          L'amico mio Michael canta Lost My Way Again And It Wasn't Hard To Do... e i rappresentati sindacali di tutti i miei dolori hanno organizzato una manifestazione di piazza, 'ngulo a loro che non tengo un solo organo dentro al corpo che non mi fa' male assai, ma brutto. E in più c'è un freddo come alla Norvegia in inverno.

           ...Like A Sailor Tossed On A Tide... Ci sono abituato al freddo ma oggi proprio mi da' fastidio e accendo il camino e Carlotta è di là in cucina che pela le patate. Mi giro e la vedo. La più bella femmina  tra tutte le femmine belle, cazzo. E nel cervello mi viene in mente a Spencer sul terrazzo con lo sguardo perso nell'oceano della sera stellata, le braccia incrociate dietro la schiena mentre è sul punto di pronunciare a quelle parole che ancora adesso mi fanno piangere. Quel film di un'altra era, come cazzo si chiama, maledizione. Sembra che pure il cervello dà dolore, fa' fatica a mettersi in movimento. Io l'interrogo, ma quello è svogliato, ha studiato lo so, si vede. Ma se ne fotte, pensa ad altro. Più ho bisogno di lui e lui più se ne fotte. Lo devo distrarre allo stronzo. Se lo prendo per il culo quello pensando di farmi un dispetto mi dà l'informazione che ci ho chiesto prima. Allora mo' me lo cazzeggio e ci chiedo come si chiamava quell'attore nero che recitava co' Spencer. 

          ...How Much Longer Can I Hide... Indovina Chi Viene A Cena mi dice infatti il cervello, fangulo bastardo mo' mi dici il titolo del film invece t'ho chiesto all'altro attore, maledizione proprio oggi dovevano organizzarsi alla manifestazione sindacale gli organi miei maledetti.

          Spencer Tracy dice Che Mi Prendesse Un Colpo, e si chiama a tutti gli ospiti suoi e fa il discorso che ti sderena alle rotule che i succhi gastrici si compattano che il cervello si trasferisce alla residenza sua dentro al cuore e il cuore si mette a spacciare sangue gratis in giro tipo come fanno i messicani prima di inziare 'na guerra per il controllo del cartello della droga.

          Un vecchio avvizzito. Pieno di dolori. Con un cervello che gli fa i dispetti, ma per Dio e il figlio suo Gesù Cristo ancora innamorato come a un leone in calore e nemmeno lo voglio sapere se i leoni vanno in calore o no, ma così è che mi sento quant'è vera la Maronna.

          Io ce l'ho appena dato il primo bacio a Carlotta mia. La guardo ed è come fosse adesso, il sapore della prima volta che me la so' baciata di nascosto da tutto il mondo. A lungo atteso, troppo a lungo, talmente a lungo atteso che sembrava non dovesse più arrivare come quando ti danno l'allarme per lo tsunami che ogni volta che danno l'allarme l'onda non arriva mai. Infatti, niente allerta per le popolazioni e lo tsunami è arrivato senza che nessuno poi si potesse mettere in salvo e ha travolto tutto e tutti lungo il suo cammino. Un uragano che ha portato dolore sotto forma di chiacchiere e sensi di colpa e menzogne e fughe ma pure un diluvio di bellezza allo stato puro.
         Oggi, precisi cinquantanni so' passati, cazzo! E il sapore è sempre appresso a me mentre mi guardo a quel viso di ottantanni meravigliosamente incorniciato da un niagara di capelli di morbido argento. Carlotta, ancora vogliosa di tenerezza e carezze e gentilezza. Ha, Sidney Poitier si chiamava il nero, e la Hepburn si guardava a Spencer suo co' le lacrime agli occhi.

          ...And We Cut To Ending... 
          "Nonno nonno, dai, vieni, racconta. Di quando conoscesti la nonna, racconta ancora, dai". E si lancia senza paracadute sopra alla panza mia, Annagiulia, 'na foresta bionda che tiene in ostaggio due mari blu che adesso mi guardano imploranti.
          "Racconta, nonno. Per piacere". Che mi chiamano nonno è proprio 'na roba che mi stà sul cazzo, non importa.
          "Tesoro, dì sempre per favore mai per piacere, d'accordo?"
          "Ufff, sì sì, per favore ma tu racconta, dai"

          ...That Lucky Old Sun Will Shine Again...
          "Qui, sulle mie ginocchia, vieni, siedi qui, da brava". E come un gatto s'accoccola in grembo a me e mi guarda come se dovessi darle l'aria da respirare.
           "Dunque, nonna Carlotta era la donna più bella del mondo...."
          "Eeeeeroo. Eeeeroo, brutto zotico scostumato d'un rozzissimo terronazzo che altro non sei, guarda che vengo lì e ve la faccio vedere a tutt'e due, sapete! E tu, Annagiulia, ricorda quel che ti dice la nonna, mai un terrone, mai. Guai se sposerai un terrone!".
          "Beh che dici, Annagiulia. Forse la nonna ha ragione. Certo non sui terroni ma sul fatto che è ancora la donna più bella del mondo, vero?".
          "Sì sì, la nonna è bellissima e profumatissima".
          "Eh, il merito del profumo è tutto il mio, il primo regalo che le feci, lo sapevi questo?".

          ...On My Way Home To You...
          E di nuovo vengo sopraffatto dall'emozione come fosse adesso. E' solo che tengo un cazzo di freddo. E di nuovo l'onda dei ricordi nel suo continuo moto d'andirivieni e m'abbraccia la mia Carlotta e piange e dice che sì, ha deciso. Se ne viene da me. E noi due condanniamo alla guerra gli innocenti civili che come sempre in tutte le guerre del mondo saranno gli unici caduti ché mai i responsabili dei conflitti avranno a pagare per le loro bellicose decisioni. E compagni e figli cadranno e soffriranno come inermi birilli in attesa di essere colpiti da tutte le palle di bowling della storia.

          ...Suddenly Love's So Mgm...
          "Nonno che fai, ti danno fastidio gli occhi?".
         "Sì tesoro mio, è il fumo del camino, il tuo nonno non è più bravo ad accenderlo come una volta".
          E tengo freddo. E ancora i ricordi. Come quella volta, l'ultima di nascosto, ancora clandestini, in mezzo al nulla bianco, abbracciati al fuoco del camino con le finestre ghiacciate, e noi sudati e abbracciati e nudi e appiccicati, che cercai di andare in bagno e No, Resta Qui, mi disse Carlotta, Lo Sai Che Sei Bello, Pirla?

         ... I'm Goin' To Make You Mine Again...
          Cinquantanni so' passati. Ogni giorno bello, anche nelle tragedie della vita, lei era con me. Ogni giorno un giorno. Un giorno al giorno, fu la promessa. Mantenuta.
          E il discorso ai nostri figli, come a quello dell'attore di prima, come cazzo si chiama...

          "Allora nonno che fai, eddài, racconta".
          "Dunque uno dei primi messaggi della nonna fu 'na roba assai sarcastica...".
          "Che vuol dire arscatisca?".
          "Bella da bacibaci che sei, vuol dire quando la nonna pensa una cosa che non è e ti risponde che deve farti capire che a lei non gliela fai".
          "Nonno, ma io alla nonna gliela faccio sempre!".
         "E perdindirindina se fai bene. I nonni stanno qua a bella posta perché tu gliela faccia sempre, a loro".
         "Ma quanto sei buffo nonno panzone". E cazzo co' 'sto nonno.
         "Sssst, no no. Che se dici panzone poi nonna non mi fa' mangiare le patate avvolte nella pancetta, non dire panzone, mai".
         "Va bene, racconta".

          ...On My Way Home To You...
         "Dunque, la prima roba importante fu un messaggio col telefonino. Lo so, adesso ci so' 'sti affari qua che tu ci parli dentro e loro scrivono e vabbè, ai tempi nostri c'erano i telefonini con gli sms. Quindi nonna Carlotta mi mandò un sms, e sai che diceva?".
         E Annagiulia si tuffò all'indietro e iniziò a ridere e ridere e ridire singhiozzando.
         "Sì sì, lo so. Ma faccio finta di no! Ti disse, amore mio?".
         "Macchè! Romanticismo un corno! Scrisse: mi ha fatto piacere che mi hai chiamato. Cazzone, sei vodafone?".
         " Sì sì sì, e tu cosa avresti voluto risponderle? Sì sì sì, è questa la parte divertente".
         "Vaffanculo brutta stronza! Ecco cosa avrei dovuto risponderle".
         "Luiiiiggggiiiii!".
         "Sì sì sì, nonna Carlotta s'arrabbia sempre quando sente questa storia, hi hi hi".
         "E allora noi adesso andiamo di là e le chiediamo scusa in ginocchio, va bene?"
         "Va bene, corro. Nonna, nonninaaaaaa".

         E tutto sommato manco è giusto lamentarsi del fatto che non vedo Annagiulia che s'avvinghia a Carlotta mia per riempirla di baci e chiederle scusa.

          Lo so, posso essere contento. Un matrimonio, figli sparsi e poi l'amore vero e, ma fa freddo, cazzo.

          La verità è che il dolore è insopportabile.

          No, non questo al petto, di questo me ne sbatto il cazzo. Tanto il cervello non mi fa' parlare.

          E' il dolore dell'aver compreso, ad essere insopportabile.

          Il dolore di aver capito che non potrò dire a Carlotta per l'ultima volta che l'amo e l'ho amata più di me stesso, più...cazzo, urlo, urlo ma non ci riesco...urlo e non vedo più...cazzo...grazie Carlotta, volevo dirti addio ma forse questa è la mia punizione.

          Ti amo Carlotta, anche adesso. Da morto.

          ...I'm On My Way Home To You...
         

lunedì 3 settembre 2012

Un Racconto...Diverso.


 
            "Quello è un ricchione" SBADACRANK nu container di porto m'arriva preciso sopra alla nuca mia, è pure arrugginito 'sto cazzo di container. Eccerto, esposto ai marosi, ti credo che è arrugginito. Nu dolore talmente forte brutto che ancora me lo ricordo come se la gru me lo avesse appena scaricato addosso. Invece so' passati dieci anni. Tenevo quindici anni e lo scaricatore di container è mio papà. L'unica volta che m'ha picchiato. Mica m'ha stroppiato di palate quando ho fatto trentanove giorni di filone a scuola, consecutivi. Volevano anda' a Chi L'Ha Visto, hanno prima avvisato a casa. Mica m'ha stroppiato di palate quando come a Zico co' 'na saraca precisa ho sfondato col San Siro la finestra del soggiorno aggirando alla barriera del divano né ha fatto lo scaricatore di porto quando ho cambiato la conformazione della macchina che non ne voleva sapere di entrare dentro al garage, quella stronza e io ci ho modificato alla fiancata così s'impara a non fare quello che dico io, quella stronza.

          Eravamo a tavola tutti e sei, mamma, i miei tre fratelli più grandi e il rappresentante sindacale di tutti gli scaricatori di porto, papà.

          "Quello è un ricchione" dico io. E papà sale sopra alla gru, aggancia il più pesante e arrugginito di tutti i container che stanno sopra alla banchina del porto e me lo scaraventa sopra alla nuca. Nu dolore grande come a tutte le religioni del mondo, comprese pure quelle che fonderanno in futuro. Ho visto alla luce bianca per dieci giorni e dieci notti. La sberla, il Papa delle sberle. Cazza di sberla e che dolore.
          "Non permetterti mai più, mai. L'amore non ha confini, ricordatelo cretino". Papà mo' s'è appena accettato la nomina di guru delle recchie.

          Siamo una famiglia normale, non ci stanno vizi e pare che i miei genitori non si cornificano. Nel tempo libero, quando non fa' lo scaricatore di porto papà è un apprezzato dentista, molto in vista. Mamma è Preside allo scientifico, per quello ho fatto il classico. I miei fratelli so' normali, gente che né beve né si droga, in decisa controtendenza. Insomma siamo 'na palla di famiglia, tutta precisa. Assai demodé.

          I fratelli miei stanno tutti fidanzati e le fidanzate loro so' tutte miss college.

         Sono un tipo piuttosto chiuso, mi faccio i fatti miei e mi piace il jazz e infatti strimpello il sassofono. Coltrane e Parker so' i più grandi, lo so, ma a me piace Sonny Rollins. Alle feste mica si balla appresso al jazz, la musica mia io me l'ascolto di notte co' le cuffie in capa così non sento a quello del piano di sotto che so' tre mesi che deve mori' da un momento all'altro però ancora vivo è e i dolori ci pigliano solo alla notte per cui urla, a me mi pare strano.

          Tutti i compagni miei ci piace di ballare ma si ballano solo i lenti mentre a me piace di ballare e basta. Quando ballo so' contento così come so' contento quando nuoto.

          Io nuoto solo sott'acqua. Dieci metri alla volta, poi salgo a pigliare l'aria. Così mi meno n'altra volta sotto che c'è quell'atmosfera che solo sott'acqua c'è. Sott'acqua si ferma pure la fabbrica di sensi di colpa che tengo dentro alla capa mia. E' 'na fabbrica come quando c'erano i padroni delle ferriere, fanculo ai sindacati, si lavora sempre, sensi di colpa a go-go. Solo sotto l'acqua si fermano i lavori.
           Sott'acqua non penso proprio a niente, a volte mi viene dentro al cervello a Charles Aznavour, quellu frances' che canta in italiano e che ci piace a mia madre.
          Manco a Valentina penso quando sto sott'acqua.

           Valentina è stata la mia unica fidanzata, n'ovale rosa pallido incorniciato da enormi riccioloni anarchici e color del grano con due fessure verdi che ti fissano come il mare delle Seychelles senza vento zigomi alti e pieni di lentiggini come le stelle di notte in mezzo alla campagna e le labbra sponsorizzate dalla Michelin anche se la Pirelli le aveva offerto di più ma Vale teneva antipatico a Tronchetti Provera. Che allora ci disse se poteva fa la reclame sopra alle tette ma Valentina mia scelse le big babol. Come a tutti i potenti che so' assai insistenti quello insistette e dalle tette ci provò co' le chiappe ma quella era roba religiosa e Tronchetti così potente non lo è.

          Siamo stati fidanzati per tre anni, gli ultimi del liceo. Non abbiamo mai litigato, e non abbiamo mai fatto all'amore. Valentina diceva che un ragazzo più dolce di me non si trovava manco all'Eridania, è andata all'università a Roma e mo' ovviamente s'occupa di marketing, ci era portata.

           Ci abbiamo provato un sacco di volte a fare all'amore, non ci siamo mai riusciti. Valentina m'ha detto che per un sacco di tempo credeva fosse colpa sua. Poi pare che s'è sbloccata e assieme allo sblocco del sesso ha pure iniziato a trova' un sacco di contatti di lavoro.

          Però ci davamo dei baci che erano 'na roba che non vi posso di', mica perché non voglio né che mi vergogno, no. E' che non ci riesco, per me era a una specie di magia. M'acchiappava 'na roba tipo colite coi tremori della febbre e pure gli attacchi di diarrea ma invece che la cacca mi perdevo ai battiti del cuore mio. Una volta ci siamo baciati, quando già avevamo bello capito che di fottere era meglio che lasciavamo stare, per due ore e cinquantadue minuti. Guardate che so' proprio un sacco di tempo, quasi tre ore. A me mica m'è più capitato.

          Poi Valentina s'è andata a darci n'istruzione al talento suo pubblicitario.

          Lei  a Roma e io a Milano, ci siamo sentiti sempre meno.

         Forse perché ci tenevo alla fabbrica cinese dei sensi di colpa dentro al cervello, fatto sta che ci ho messo un casino di tempo per capire.

          Non ho più avuto a nessuna fidanzata. Adesso non è che posso mettermi qua a fa l'elogio della persona mia ma vi garantisco che so' fico forte io, che vi credete.

           Poi m'è successo all'improvviso. Nessuno m'ha avvisato. Nè un colpo di telefono o un sms manco 'na mail tipo che sta là quel tondo rosso co' l'uno bianco dentro ma tu mo' ti rompi il cazzo di vede' chi t'ha scritto.

           Tipo come 'na disgrazia improvvisa, ecco.

           Evidentemente ci tengo 'na predisposizione al verde che 'sta botta m'è pigliata per un paio d'occhi verdi solo che invece come a due fessure questi so' due laghi enormi co' delle ciglia che paiono alla foresta amazzonica. Che poi il verde a me sta sui coglioni, come colore.

            E stavolta ci so' riuscito eccomi a farci all'amore. Completamente, e venitemi a di' che il sesso non è tutto che vi mando precisi a farlo da dietro a un bel po' di sesso che così poi ve lo chiedo dopo se il sesso non è tutto, sarà forse che non è tutto ma ci manca proprio poco, al tutto.
           Chissà, fossi riuscito a farlo co' Valentina. magari poi però quella non sfondava nel mondo del marketing, né ci si faceva sfondare dal marketing mondano, bah.

           Insomma mo' sto innamorato come a 'na bestia e non vedo l'ora di dircelo a mamma e papà e a tutti i miei fratelli.

           E allora torno a casa per dircelo, ma quelli da casa mi cacciano e dicono che non ci devo mettere più piede e che sono la loro vergogna e il loro dolore più grande e la loro umiliazione.

           "Un ricchione, ma che schifo!". Questo mi dice mio papà che evidentemente s'è dimesso da guru delle recchie e io però ancora mi ricordo il dolore della cazza di sberla e sto confuso e forse era meglio se rimanevo cretino e  ma io non ho mai lavorato al porto e non so' come si aggancia un container per scaricarcelo sopra alla nuca e manco ne vedo di container forse perché gli occhi miei adesso so' pieni di lacrime e tengo più acqua dei laghi dell'amore mio e non c'è nemmeno la piscina dove posso tuffarmi dentro e pensare ad Aznavour mentre invece penso che tengo qualcosa che non va dentro alla capa mia.

           E allora corro, corro piangendo, corro e scappo dagli affetti più cari e mi precipito dentro alla migliore beauty farm del mondo e mi procuro a una di quelle creme miracolose. Un gel per lo scrub, una crema per lo scrub. Uno scrub bello granuloso, che senti le pietrine tra le dita. E poi te lo applichi, lo spalmi bello preciso preciso e lo lasci agire. Quindi sciacqui. E' semplice. Ti fai un bello scrub a quel cazzo di cervello e sopporti. E vai in giro come piace a loro, con lo scrub al cervello che s'è portato via a tutte le impurità che credevo che ce le tenevo io invece ce le hanno loro dentro alla capa loro le impurità.

           "Froci di mmerda". Ci dicono spesso a me e all'amore mio co' gli occhi verdi grandi. Non ci fanno nessun effetto, non ci procurano nessuna sofferenza. Un  paio di volte ho spaccato la faccia a due cazzoni e poi ci ho chiesto di dirmi chi erano i froci. Corrado, il verde amore mio, ha detto che se lo faccio di nuovo mi lascia. Non credo che mi lascerebbe ma è meglio non correre rischi.

          Sto su qualche social dove s'incontra di tutto, soprattutto vigliacchi. Ho come l'impressione che ai più, tra i vigliacchi, manchi proprio la cognizione dei vocaboli che usano. E' come se l'offendere il prossimo procurasse loro una sorta d'euforia inguinale. Ma non ci riescono a ferirmi, che cosa cazzo puoi ferire quando tu stai già oltre alla dimensione della sofferenza. Solo pena e disgusto.

          La fabbrica di sensi di colpa è fallita.

          Io nuoto ancora, ma non più sott'acqua.

         Sorrido spesso, ogni qual volta qualcuno mi dà del diverso. Se solo sapesse, quel qualcuno, quanto io lo considero diverso.

         Quanto ai miei affetti più cari, aspetto.

         Pare stia per aprire un centro estetico che ti rimette a nuovo l'anima.

        Il resto del mondo? Vorrei mandarcelo a fanculo, ma se poi scoprono che ci piace? No, no meglio che si vanno a fa' 'na bella comunione.

        E me ne vado camminando e penso a Marvin Gaye a Elton John a George Michael e a quant'è bello scambiare sorrisi co' gente che non conosci in mezzo a una strada affollata. Alzo la capa mia e mi guardo le stelle. Sono tante, e si tengono tutte per mano. Alcune se ne vanno per un' altra strada, scendono al contrario e poi salgono, insomma, so' diverse.

         E che ve lo dico a fare, l'ignoranza non si combatte.