A Torino c'è Piazza Castello, a Potenza teniamo Piazza Prefettura coi lavori in corso. A Torino tengono la Littizzetto noi, a Potenza, teniamo La Ricotta. E sentite a me, stiamo messi meglio, co' La Ricotta.
A Torino la vecchia signora s'è vinta il campionato co' parrucchetto e 'u Putenza è salito in serie D. Potenza tiene il primato del capoluogo di regione dove si leggono meno libri, a Torino è in corso il Salone Internazionale del libro. Cioè, Torino a Potenza non se la caca proprio. Tranne che per i fratelli Centola e Ierace che la Littizzetto non ci può fare neanche la classica proverbiale, e va beh, ci siamo capiti. Che poi la Littizzetto e chi lo brama un suo servizietto.
Epperò, il Salone del Libro di Torino, ecchecaspita. Dal 10 Maggio, la venticinquesima edizione. Scrittori, editori, vari addetti ai lavori, milleduecento espositori, 26 sale, oltre 150 appuntamenti "fuori salone", ben due Paesi ospiti d'onore la Romania e la Spagna e che cuccagna per la moltitudine appassionata di lettori che vi confluiscono da ogni dove.
E i critici? Eccerto, pane loro. Se 'sta ceppa. Siccome i seguaci del dorricismo so' pochi ecco la divinità nostra ci fa capire quanto male sia rimasto che nessuno se l'è invitato alla kermesse e scomunica a tutti. Dalle pagine del Corriere della Sera del 9 Maggio decide di togliere il saluto praticamente a tutti quelli che vendono libri a vagoni. E lui, il divino, non si capacita di come "teologi" (definizione del divino) quali Volo, Dandini, Ammaniti, Grandes,Elkann, Carrisi, Cucciari, Mastrocola, Fois, Murgia, Vasta, Riotta, De Luca, Gramellini, Faletti, Zucconi, De Gregorio, ebbene tra tutti 'sti teologi nemmeno uno che pure per sbaglio se lo chiama a discutere della religione sua. E manco a niente è servito l'accorato e disperato, quanto inutile, appello del Camilleri che lacrimante, l'anno addietro, come un bimbo che non ce l'accontentano, e si sa che i vecchi so' sensibili, implorava attenzioni per il divino nostro che pure s'era fatto pubblicare da Mondadori ma su anobii ci stanno 43 copie e tra gli addetti ai lavori nessuno se n'è accorto del lavoro suo. Volo, Fabio, che è parecchio più simpatico di Fiorello, tra gli anobiani, che so' quelli poi che i libri li comprano li leggono e li amano, è presente tipo con ventimila copie. Quindi il nostro divino, non contento nemmeno della crociata anti Fazio, crociata che ovviamente è stata un disastro che Fazio e Gramellini continuano a ignorarselo il nostro anatemista, mo' ci fa capire ben bene quanto soffra perché nessuno se l'è chiamato a Torino, per cui ci dice che "devo lavorare".
E dove tiene da lavorare il nostro? A Potenza, che noi stiamo preparando la sfilata dei turchi. Però pure a Potenza, e che vi credete, anche ce le organizziamo le presentazioni dei libri, e infatti D'Orrico a Potenza stava mica a Torino. E allora, Potenza è meglio di Torino, almeno per D'Orrico il divino. Che poi in molti, forse troppi, preferiscono il Salone di Torino, e vabbe' so' altri discorsi.
In merito a questo post ho ricevuto, su anobii, 73 messaggi privati. Il succo è che D'Orrico, per gli anobiani, rappresenta una garanzia di affidabilità assoluta. Infatti, tutto ciò che D'Orrico propone viene ignorato dalla comunità degli amanti del libro. Hanno detto anche altre cose ma riguardano attività commerciali
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