mercoledì 22 agosto 2012

INTORNO AL NUOVO GRANDE GATSBY

          Tengo un dolore forte brutto dentro al cervello che ce lo trasmette allo stomaco sì da farmi stare piegato in due, altro che gastrite qua ci sta n'allevamento di helicobacter, maledizione.

          Ho buttato n'occhio, che altro potevo fare mica ce ne potevo buttare due, alle prime foto ufficiali del nuovo film di Baz Luhrmann. Ecchéccà. Centoventimilionididollari. I protagonisti principali sono Leonardo Di Caprio e Carey Mulligan. Uscita prevista, fine anno in America. Dentro al cast pure Tobey Maguire e Joel Edgerton, Jason Clarke, Gemma Ward e Isla Fischer che è giovane ma mi piace, assai.

          Fondamentalmente, è la storia di un ragazzo povero che s'innamora di una gnocca ricca, assai ricca che i ricchi so' sempre ricchi assai, mai che avessi visto un cazzo di ricco tipo così così, no. I ricchi so' sempre ricchi assai. Stiamo in America, nell'eta d'oro del jazz.

          Ci sta 'na voce narrante che ci guida. Il protagonista si chiama Jimmy Gatz all'anagrafe, deve partire per la guerra, quella grande, poi hanno cominciato a numerarle, e Jimmy ci dice a Daisy d'aspettarlo e ci fa intendere che pure lui tiene un certo retroterra e n'estrazione di un certo livello epperò a Daisy ci piglia la fregola dell'impazienza non se lo aspetta a Gatz e si sposa a Tom Buchanan di Chicago che ovviamente è ricco preciso da farci schifo ai vermi di stagno. Eppoi la guerra finisce e finisce che Jimmy ci piglia la smania del contrabbando e si fa' i soldi e diventa ricco come agli altri ricchi e cioè ricco da fare schifo e si compra 'na palata di villazza affacciata di sopra allo stretto di Long Island dove prima c'erano un sacco d'alberi e manco i cacazzi degli ambientalisti e ora tiene un prato bellissimo e azzurro dove da sopra ci si balla il charleston che stanno sempre a farci feste e festini e lui, Jay, vede la luce verde del molo di Daisy e si fanno poesie e si aprono gli animi pure più bui.

          Uggesù co' tutti gli apostoli suoi e svariati santi a piacere che ve li potete pure scegliere tra i meno noti, ai santi.

          Stiamo a parla' del Grande Gatsby. Francis Scott Fitzgerald, Jay Gatsby e la sua storia d'amore narrata da Nick Carraway nell'estate del 1922.

          L'amico mio Francis, sì è amico a me assai e forte è amico mio, non ci dice quasi nulla dell'aspetto di Jay e, a differenza della prosa alta come a le montagne che ancora non si sono scoperte che usa la voce narrante di Nick, i dialoghi piazzati dentro alla bocca di Gats stanno a fa' a mazzate col resto del libro e la faccenda è arrapante assai. Ma non vi voglio parla' del romanzo, non ce la tengo st'arroganza di parlarvi di quello che s'è scritto l'amico mio, no. E si dovrebbe discutere dell'incidente e della macchina e della pompa, quella di benzina, e dell'amante del riccone, no.

          Ve l'ho detto ho buttato l'occhio sopra alle foto del film, che è l'ennesimo remake. Nel 1974 il film teneva la sceneggiatura d'un tale Coppola e i protagonisti erano Bob Redford e 'na certa Mia Farrow, e pure c'era 'na straceppa di femmina assoluta, Lois Chiles che mamma mammazza mannaggia.

          Mica voglio fare un paragone, ci riesco pur'io, ogni tanto, a non essere un cazzone da premio.

          No, niente paragoni. Ho visto le foto, però. Smoking neri, revers stretti, tasche oblique e a barchetta, gilet alti, camicie celesti.

          Allora, parliamoci chiaro. Luhrmann, io non so se ti fumi brutto a qualche sostanza o fai preciso come a gli ammericani che appena tornano a casa si calano nu uischi, non sono fatti che mi devono riguardare e sei libero di fare quello che ti pare. Ma, nel 1922, e non solo dentro al 1922, d'estate, a Long Island, se davvero eri ricco e fico, lo smoking teneva il gilet basso e doppiopetto ed era bianco, bianco come immagino dovrebbessere pure a quell'anima dei tuoi che dico io, mannaggia a te.

          Macchéccà, ma te li sei visti i vestiti di Redford? Io e zio Billy ci abbiamo buttato il sangue appresso. Credi che sia facile andarsene in giro come a una bouganvillea, a un glicine, a una rosa bianca, come a un pallido cielo punteggiato dalle nuvole, e le righe rosa i lilla gli avio gli ampi revers i bassi gilet doppiopetto e tu cazzo che ci hai fatto co' centoventimilionididollari, ah? 

           Te lo dico già da mo', non ci vado a vede' il film tuo, sappilo.

           Tengo un dolore forte al cervello, ci devo chiedere scusa all'amico mio.

13 commenti:

  1. divertente!! grazie!! per il mal di testa eeee pijate na pasticca! siend'a me

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    1. Ciao Domenico, ci vado alla farmacia e seguo il tuo carosonico consiglio ma credo che il dolore non se andrà ;)

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  2. stò ancora con il mal di stomaco, ma come... lo smoking nero no!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


    Però Luca un suggerimento, togli le parole di verifica che per lasciarti un commento mi serve una visita dall'oculista ;-)

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    1. Ehilà Lara, mica ci avevo capito che so' le parole di verifica. Poi s'è appicciata la lampadina: so' quelle terrificanti domande tipo sei umano e allora tu, che da quel preciso momento ti senti un elettrodomestico, inizi a scrivere zeturghyj fuggho e speri di averci azzeccato!
      Grazie ;)

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  3. Niente da dire, quando c'è da valutare lo stile...non hai eguali :))

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  4. ...e che mica si può insegnare queste cose a uno "sfegatato" di moda di quei tempi!!!!!......

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  5. mannaggia alla cancellazione... Ok Luca, ti dicevo che il tuo racconto ha uno stile fresco, originale, mi piace perchè entri a far parte della storia e l'inserimento dei brani è un modo di coinvolgere ancora di più il lettore.
    Un abbraccio, Melinda

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  6. C'hai ragione, Francis non può che essere un amico tuo, e il libro io l'adoro, riassunto da te è anche meglio! Bravo Luca!

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  7. Questo l'avevo saltato, chissà perchè, e siccome al tuo sondaggio ho votato proprio a Gatsby la tua spiegazione - e il conforto dello Zio Billy - mi spinge a saltarmelo pure a me. Eccheccazzo, hai pienamente ragione eheh, non si può scivolare su scemate del genere. Per me può essere pure il film di cassetta di fine anno ma me ne fotto e sto con te a guardare altro...

    Ah, dimenticavo, grande modo di recensire un film...

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