domenica 31 marzo 2013

Strano Posto, Questo Nostro Paese




 Strano posto, questo nostro Paese. Strano assai.

Un tempo nu cristiano che si prendeva la laurea alla Bocconi ci teneva a fartelo sapere pure subito dopo che Cabrini s’era sbagliato il rigore contro alla Germania mentre adesso, grazie all’effetto professorotto triste e confuso, è molto meglio tacere. Mercoledì 27 Marzo ‘u professorotto ha detto che non vede l’ora d’essere sollevato dall’incarico, e questo dopo aver provato in tutti i modi, finanche alleandosi co’ Fini e Casini, di tenerselo bello stretto l’incarico seppur poco prima aveva detto che nulla avrebbe fatto per tornare a ricoprirlo, l’incarico.

Strano posto, questo nostro Paese. 

E sì perché ‘sta cosa qua del professorotto che ci ha proprio rotto ha avuto eco minore dell’epiteto di quello che mentre si cerca un centro di gravità permanente parla di signore poco raffinate che frequentano gli scranni del parlamento. Apriti cielo, fino a sei mesi fa dicevano, ma soprattutto in molti facevano, cose davvero peggiori, però adesso non va più bene dirlo e allora addirittura Battiato, anche se sul ponte sventola bandiera bianca, se lo sono cacciato.

Strano posto, questo nostro Paese.

Due giovanotti di rara antipatia e assoluta inesperienza, confermando una sublime intelligenza, perseverano in un atteggiamento di totale chiusura senza un briciolo di proposta concreta e lo sbandierano con il sorriso dell’imperatore della Beozia.

Strano posto, questo nostro Paese.

Per la prima volta un comunista vince le elezioni ma è come se le avesse perse. Un uomo che pare forgiato dalla penna di Tolkien, con fare se possibile anche più antipatico dei due giovanotti di rara antipatia, sproloquia di programmi di governo austeri e seri dimenticando forse di aver a lungo guidato come un camionista ubriaco dell’est un ministero.
         Strano posto, questo nostro Paese.

Poliziotti vanno a manifestare sotto la finestra d’una mamma a cui è stato ammazzato il figlio, giudici sparlottano intorno a strategie di imputati che dovranno giudicare, tecniciucci diversamente abili in materia parlano in televisione di tagli mentre fanno collezione di scontrini per il rimborso spese, un inceneritore è invece in grado di mettere tutti d’accordo.

Strano posto, questo nostro Paese.

La seconda carica dello Stato, appena eletta, decide di sfidare uno scribacchino delirante in televisione. Basterebbe una cosa del genere per capire che siamo davvero tutti impazziti. Qui da noi, nessuno ha torto. Nessuno sbaglia.

Strano posto, questo nostro Paese.

Un comico molto ricco (anche se siamo sicuri che non ha mai preso soldi in nero per gli spettacoli suoi) straparla di regole, ma si riferisce alle sue di regole. O meglio, a quelle che ci ha suggerito il socio suo riccioluto. Offende come un posseduto, ma guai a chi gli fa notare che sputa quando parla. E sputando parla di democrazia mentre tiranneggia.

Strano posto, questo nostro Paese.

Fanno tutti la cosa più semplice, litigano. Tutti sanno, e tutti dicono, che c’è la drammatica urgenza di un governo. Ma tengono tutti ragione e nessuno si mette d’accordo.
E intanto le saracinesche s’abbassano, il livore cresce, i benefici restano tali, la denegata giustizia trionfa, il furbo è sempre in sella, l’ignoranza è sempre vincente, la meritocrazia è una chimera, e i giovani sono già vecchi.

Il buon senso, che fine ha fatto. Perché anima solo il piccolo imprenditore che s’impegna la casa e l’anima pur di pagare i suoi dieci dipendenti. Perché il buon senso scorre nelle vene dell’infermiere che si sobbarca due ore di pullman per andare a prestare la sua opera in un posto dove non lo pagano da tre mesi. Perché il buon senso è fuggito da chi dovrebbe invece esserne infinitamente provvisto? Cosa ci sta succedendo? Come cazzo è possibile che non si capisca che stiamo rovinando tutto? 

Strano posto, questo nostro Paese.

giovedì 14 marzo 2013

Fratelli E Sorelle, Buonasera


         E' stato certamente un caso. Fatto sta che, la sera del 13 Marzo 2013, peraltro giorno del mio compleanno, alle 20:00 eravamo tutti in cucina. Evento casuale ma di per sé certamente un evento.  

         Siamo la classica famiglia sfigata del mezzogiorno d'Italia, borghese e altezzosamente bigotta, ipocrita quanto basta ma tutto sommato abbastanza unita. 

         La cosa singolare è che siamo una famiglia di sole femmine.

         L'autocratica gestione della comunità è saldamente nelle mani della sorella di mia mamma, Mimma, madre delle mie colorate cugine Rosa e Viola. Zia Mimma è vedova così come vedova è mia mamma. Mimma e Silvana, mia mamma, si sposarono nello stesso giorno, il 13 Marzo 1973. Andarono in spose a  due fratelli, Matteo e Marco, mio padre. 

           Il 13 Marzo 1993 l'auto dove viaggiavano mio zio Matteo e suo fratello Marco venne centrata in pieno da un enorme tir guidato, eufemisticamente, da un camionista ubriaco.

          Il 13 Marzo non è solo il mio compleanno. E' anche il compleanno delle colorate Rosa e Viola, essendo gemelle ed essendo venute alla luce un anno dopo la sottoscritta, il 13 Marzo 1975.

          Insomma il 13 Marzo per noi riveste una certa qual importanza, anche perché fu proprio il 13 Marzo del 1995 che Rosa e Viola comunicarono alla comunità di essere lesbiche. Da allora a mia zia Mimma ci viene da sbattere leggermente la capa a destra, tre colpetti ogni trenta secondi.

          Io mi chiamo Silvia, sono un bel bocconcino e invece mi piacciono i maschietti ma sono troppo esigente quindi ci scopo ma non mi ci fidanzo e a casa mia non ci mettono piede, i maschietti.

          Mamma e zia Mimma so' esageratamente religiose e stanno sempre con un rosario in mano.

          Rosa e Viola, ogni santa volta che si nomina, anche involontariamente, una qualunque cosa che ci abbia una certa attinenza con la religiosità quelle sputano. No, mica fanno finta. Quelle proprio che pigliano e sputano a terra, anche dentro casa. Devo dire che Viola è decisamente più brava e precisa e pure con un certo stile. Zia Mimma ha imparato a non protestare, semplicemente piglia e pulisce le loro sputacchie.

           Quindi la sera del 13 Marzo 2013 stavamo tutte in cucina anche in virtù del fatto che c'erano diversi compleanni in corso.

"Guarda quanti bastardi".
"Vero, disgraziati ... spuatacciuk". Una sostanza gelatinosa e verdognola plana sul pavimento, e zia Mimma, dopo essersi fatta tre volte il segno della croce, accompagnata dal suo sbattimento di capa, pulisce il pavimento.
"Dovreste cercare di mostrare almeno tolleranza se non comprensione ragazze". Mamma prova per l'ennesima volta a gettare le basi per una tregua con le lesbiche sputacchianti.
"Siete solo delle ipocrite, false, bigotte, affanculo a voi la Chiesa e tutti 'sti pedofili pervertiti uomini di merda mangiapane a tradimento". Viola rigetta il trattato di pace.
"Tesoro ma è l'elezione del Papa!". Zia Mimma, mentre sbatte la capa.
"Oh, è vero mammina, hai ragione. E' l'elezione del Papa, accidenti. Aspetta, aspetta che tra poco s'affaccia un altro che non ha famiglia ma ci dice come dobbiamo gestirla, una famiglia. Ecco che poi ci dirà come dobbiamo allevarci i figli, senza avercene di figli, aagggrasciak ...". E l'imperatrice di tutte le sputazze, dopo una perfetta parabola che disegna tipo una stella cometa con una verde scia, atterra precisa sopra al televisore che sta trasmettendo le immagini di Piazza San Pietro dove migliaia di fedeli attendono di conoscere il nuovo Papa.

          Stavolta è mia mamma che si fa il segno della croce e si precipita a pulire lo schermo, non senza fatica poiché trattasi di uno sputacchio davvero notevole.

"Per non parlare dello sfarzo e del lusso nel quale vivono 'sti porci che parlano d'amore e di Vangelo e di Gesù Cristo mentre c'è gente che muore di fame e poi, dove cazzo e quando cazzo e come cazzo ha mai detto Cristo che l'amore non può essere tra persone dello stesso sesso?". Rosa interviene con garbo da statista nel dibattito nel preciso istante in cui una luce illumina le perlacee tende d'una finestra circondata da velluti cremisi.

          Io non riesco a dare ragione a nessuno, ma resto incantata da quella luce. Guarda mamma e vedo che ha gli occhi lucidi mentre zia Mimma adesso si alza e, ovviamente sempre sbattendo la capa a destra, si alza in piedi e si fa il segno della croce e prende la mano di sua sorella e poi tende la mano a Rosa e io sono convinta che Rosa adesso ce la manda e invece Rosa prende la mano di mamma sua e si alza in piedi anche lei e allora io volgo lo sguardo allo schermo e vedo uno che parla in latino e poi dopo esce uno tutto vestito di bianco e dice:

"Fratelli e Sorelle, Buonasera". E' un signore argentino, è garbato, molto educato e molto dolce. E prega, recita il Padre Nostro. 

          E' la sera del 13 Marzo 2013, Viola adesso sputa sul Papa penso io, invece Viola prende la mia mano e quella di zia Mimma e io non mi sono accorta che adesso sto in piedi e penso a Papà e guardo mamma che ormai tiene tutta la faccia bagnata dalle lacrime e guardo Rosa che carezza il viso di zia Mimma che sbatte la capa e Viola ora ha gli occhi lucidi e Rosa piange e stiamo tutte in piedi e solo io ancora non piango ma m'accorgo di tenere la bocca aperta e non so dire che cos'è successo ma guardo muta Papa Francesco che benedice tutti dopo aver chiesto la benedizione di tutti e ascolto Viola che dice:
"Scusa mamma, ti voglio bene".